Fa discutere la proposta del consigliere dell’Ente Parco Gran Paradiso, Antonio Farina, di stoppare la tappa del Giro d'Italia 2019 di ciclismo a Ceresole Reale tagliando l'arrivo in quota al Serrù per salvaguardare il Parco e l'ecosistema. L'associazione Amici del Gran Paradiso chiede al Parco di prendere posizione e di rispondere in via definitiva alla richiesta di tagliare la tappa. Un taglio del genere, del resto, rischia di mettere a repentaglio la tappa stessa.
 
«Vorremmo sapere se la posizione del consigliere Farina è condivisa da presidenza e direttivo dell’Ente Parco - fanno sapere dall'associazione - se il consigliere non ritiene che l'ipotesi di arretramento dell’arrivo a Ceresole non determini gli stessi problemi sollevati per l’arrivo al Serrù. Inoltre, la segnalazione dei danni alla fauna è basata su dati e ricerche sul territorio da parte del servizio veterinario del Parco?». E ancora: «Il consigliere Farina non ritiene impattante il caos viario verso il Nivolè nelle giornate festive al di fuori delle domeniche di chiusura della provinciale dal Serrù al Nivolè? Non sarà utile utilizzare la tappa del Serrù per la creazione di quei micro-parcheggi lungo la provinciale per il Nivolè di cui si parla da anni?». Insomma, per l'associazione è un'opportunità da non perdere.
 
Il senatore canavesano della Lega, Cesare Pianasso, entra a gamba tesa: «Non diciamo sciocchezze, la tappa non si tocca - commenta - certamente il Canavese non perderà un’occasione d’oro come l’arrivo del Giro d’Italia per colpa di qualche ambientalista capace solo di dire “no” a tutto. Che poi, cosa ci sia di dannoso in una gara di ciclismo me lo devono ancora spiegare». 
 
Per Pianasso, «un conto è tutelare l’ambiente, soprattutto di un’area protetta come il parco nazionale del Gran Paradiso, un altro è dire di no a qualsiasi cosa». Per il senatore, «una competizione come il Giro non ha controindicazioni, ma solo aspetti enormemente positivi, dal punto di vista turistico e promozionale. Rappresenta una vetrina di incomparabile valore per far conoscere le nostre bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Certo, sarà necessario un grande lavoro dal punto di vista organizzativo e logistico per gestire l’importante flusso di appassionati che giungeranno a Ceresole e al Serrù per assistere all’arrivo di tappa. Ma non ci sono fondati motivi per impedire che il Giro arrivi sulle montagne canavesane, anche perché seguendo la stessa logica contorta, allora, non si dovrebbero fare tappe alpine di alcun genere. Non ci sarebbero il Mortirolo, lo Zoncolan o l’Alpe d’Huez nel caso del Tour. E sarebbe un’assurdità».