Da Buasca a Parigi, dal Canavese al Tour de France. L'ascesa del colombiano 22enne Egan Bernal continua. Partito dal ristorante di Buasca quasi quattro anni fa, il giovane ciclista ha scalato vette solo idealmente insormontabili arrivando, ieri, a vincere ufficialmente l'edizione 2019 del Tour de France, dopo la passerella di Parigi. Una favola quella di Egan Bernal, arrivato giovanissimo in Canavese per allenarsi e diventare un grande. Ha abitato a Buasca e Cuorgnè prima di entrare nel giro dei grandi del ciclismo e trasferirsi ad Andorra.
Ma in Canavese, dove è nato il suo fan club (e ieri i soci fondatori erano tutti a Parigi ad attenderlo all'arrivo del Giro), tutti lo celebrano con affetto e stima. In Canavese dove tornerà probabilmente ad ottobre. Sarà l'occasione per ricevere la cittadinanza onoraria di Cuorgnè e San Colombano Belmonte, i due Comuni dove ha vissuto e che già si sono portati avanti per accogliere il grande Egan Bernal con tutti i meritati onori del caso. «Grazie all'Italia perchè sono cresciuto lì e sono un po' italiano nel cuore, questa è la vittoria più bella della mia vita. Ancora non me ne sono reso conto», ha detto Egan poco prima di festeggiare.
«Uncem torna a esprimere tutta la gioia del sistema montagna italiano per Egan Bernal che trionfa al Tour de France - dice Marco Bussone presidente nazionale dell'Uncem - un colombiano adottato per diversi anni dal Canavese. Che ci ricorda la necessità di potenziare i vivai del ciclismo giovanile, come sanno fare Giovanni Ellena e Gianni Savio. Il trionfo di Egan Bernal ci dice un'altra cosa. Che il sistema alpino occidentale con le sue salite è unico nel mondo, non solo per le grandi corse dei professionisti che sempre di più, ogni anno, salgono e arrivano sui nostri passi. Al piano non possono lavorarci da soli i singoli Comuni. Serve un'azione almeno tra le Unioni montane, coingiunta. Un pezzo di lavoro si potrà fare grazie ai fondi europei del programma Interreg Alcotra. Ma non basta. Federazione ciclistica e istituzioni devono fare la loro parte per una rete che si possa promuovere nel mondo. Questa è una nostra filiera produttiva, un pezzo di manifattura montana».
Siamo all'inizio, ma c'è una strada tracciata: «Uncem muoverà dei passi agevolando un'azione forte che non è solo sportiva. Bensì economica, orientata allo sviluppo locale, al marketing territoriale. Anche per dare pieno senso alle montagne, come quelle canavesane del Parco del Gran Paradiso, dove Egan Bernal si è allenato per anni costruendo un pezzo di vittoria in giallo sui Campi Elisi».