SAN GIUSTO CANAVESE - «Riappropriarsi delle ricchezze illecitamente accumulate dalla criminalità organizzata è un segnale credibile di presenza dello Stato sul territorio». Così il Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, collegata in videoconferenza, ha commentato la consegna della villa confiscata al narcotrafficante Nicola Assisi, a San Giusto Canavese, alla cooperativa Progest che l'ha trasformata in un centro per lo svolgimento di attività a favore delle persone diversamente abili.
«Si tratta di riportare alla piena legalità un immobile confiscato e riconducibile al narcotraffico e alla 'ndrangheta - ha spiegato il Ministro - a San Giusto ci sono stati anche atti intimidatori per ostacolare l'azione e la presenza dello Stato. Oggi poniamo un tassello fondamentale in una più generale strategia nazionale a sostegno dello sviluppo e della legalità».
«Qui a San Giusto riceviamo un'iniezione di legalità. E' un vaccino importante come quello contro il Covid», ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. La Regione ha finanziato gli interventi di ripristino del bene, oggetto anche di un attentato incendiario. «L'auspicio è che San Giusto Canavese diventi un esempio a livello nazionale. Oggi da qui parte un segnale di speranza per tutti», il commento della sindaca della Città metropolitana di Torino, Chiara Appendino.
«Questa è una giornata storica anche perchè il 7 marzo di 25 anni fa venne introdotta la legge 109 sui beni confiscati alla mafia. Restiture oggi un bene che era di un narcotrafficante penso sia il segnale migliore che si possa dare ai cittadini per una rinnovata fiducia verso le istituzioni», ha spiegato il prefetto di Torino, Claudio Palomba. Invece don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha chiesto modifiche alla legge sulle confische dei beni: "L'uso sociale è la miglior bonifica sociale e culturale che possiamo mettere in atto. La legge può essere migliorata e potenziata e va estesa anche ai corrotti. Oggi il 50% dei beni confiscati in Italia non sono assegnati o utilizzati. Si è fatto tanto ma si può fare ancora di più».