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Buona partecipazione di pubblico in sala Lux a Rivarolo Canavese, martedì sera, per l'incontro sulla legalità promosso dal Comune con Libera e Avviso Pubblico. Tra i relatori l'ex procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, e la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. Positiva la risposta della cittadinanza, considerato che, a Rivarolo, è sempre complicato parlare di legalità e mafia dopo i recenti trascorsi e il relativo commissariamento della città per infiltrazioni mafiose.

«C'è in atto un attacco al concorso esterno, reato che è previsto solo in Italia - ha detto nel suo intervento Giancarlo Caselli, tra un invito e l'altro a non abbassare mai la guardia - un attacco che è un leit motiv contro i magistrati. Dobbiamo fare attenzione perché la mafia non è sparita nel nulla. I risultati fin qui ottenuti arrivano da uomini delle istituzioni e da un'opinione pubblica che forse è una minoranza ma è la dimostrazione che ciclicamente la mafia si può sconfiggere. Non è facile. Come dice Salvatore lupo, c'è persino una richiesta di mafia nella società italiana. La strada è in salita ma ce modo di resistere perche ci sono forze in campo che ci danno una mano. La chiesa, ad esempio, ma anche le forze dell'ordine, la società civile e pezzi della politica. Insieme si può fare».  

Libera ha invitato tutti i cittadini a sentirsi responsabili: «In Piemonte non si denunciano estorsioni e non si denuncia usura. In certi casi c'è proprio voglia di mafia perché soddisfa tanti interessi: dagli esami dell'università fino allo smaltimento dei rifiuti. E non solo in Piemonte. Questo non è un cancro che infetta un territorio sano. Spesso la mafia prende piede dove ci sono soggetti che sono predisposti. Per questo dobbiamo sentirci tutti responsabili. Tutti possiamo lottare contro la mafia».

Rosy Bindi, dopo aver ringraziato il sindaco Alberto Rostagno, ha fatto il punto sui lavori della commissione antimafia dopo cinque anni di presidenza. «I criminali non stanno simpatici ma i mafiosi si. Sono radicati nella storia del nostro paese. Non sono un semplice fenomeno criminale. Non usano solo la violenza ma con relazioni e complicità creano consenso. Spesso c'è interlocuzione con il potere politico e quello economico. I mafiosi hanno fatto un passo avanti: hanno capito che la politica è debole e puntano direttamente agli imprenditori. Dobbiamo maturare il senso di cittadinanza per avere la netta percezione che le mafie sono un attentato alla vita del paese. La democrazia forte è un problema per la mafia. Quindi grazie a tutti quelli che si danno da fare: ognuno di noi deve fare il cittadino fino in fondo soprattutto se abbiamo un pizzico di responsabilità».