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«Non può essere in dubbio l'infiltrazione della 'ndrangheta in provincia di Torino e in Canavese. Possiamo discutere sull'efficacia della legge sullo scioglimento dei Comuni. Quello sì. Ma non sulla presenza della criminalità organizzata in questo territorio. Ciò che noi conosciamo dei condizionamenti e delle infiltrazioni della 'ndrangheta è forse il venti per cento della realtà». Così il senatore Pd, Stefano Esposito nel corso del dibattito sul commissariamento della città di Rivarolo promosso dall'ex sindaco Fabrizio Bertot.

«I commissariamenti funzionano poco - ha detto Esposito - Ostia lo conferma. Io non so se a Rivarolo c'è la 'ndrangheta. Sappiamo che in Canavese dire che non c'è è un affermazione falsa. E' chiaro che dopo la sentenza di Minotauro, lo scioglimento di Rivarolo ha perso efficacia. La rivincita, però, la daranno i cittadini. Le scuse istituzionali non ci saranno. Il problema è che la norma per lo scioglimento dei Comuni non funziona e, nonostante il lavoro a Roma, non stiamo arrivando a come modificare la norma».

Secondo Esposito è difficile eliminare la soggettività delle valutazioni. Tanto più che uno scioglimento di un Comune, prima di arrivare al consiglio dei ministri per il definitivo via libera, passa da magistrature, prefetture e ministeri. Stesso discorso per le interdittive nei confronti delle imprese in odore di mafia. «Stanno diventato un disastro perché spesso scattano senza che l'impresa sia sotto processo o sia anche solo indagata. Così ucicdiamo il tessuto economico. Il 65 per cento delle interdittive, alla fine del percorso, non trovano riscontri concreti. Ma la risposta definitiva arriva solo dopo anni, quando le stesse aziende sono già fallite».

Esposito ha comunque difeso l'operato degli inquirenti che hanno partecipato all'inchiesta Minotauro, la prima in grado di fare un minimo di luce sulla presenza della criminalità organizzata in Piemonte e, in particolare, in provincia di Torino.