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RIVAROLO CANAVESE - Una Giornata della Memoria con dedica speciale, quella di Rivarolo Canavese, che questa mattina ha tributato un doveroso omaggio alla memoria della piccola Elena Colombo e dei suoi genitori, deportati e uccisi ad Auschwitz. «Abbiamo il dovere di ricordare e noi adulti, in particolare, abbiamo il dovere di trasmettere la memoria e di impegnarci tutti i giorni, perché quello che è accaduto tanti anni fa, subdolamente, può riproporsi - ha detto il sindaco Martino Zucco Chinà - teniamo le antenne dritte su quello che succede nel mondo: tante vicende sono molto più vicine a noi di quello che pensiamo. Bisogna essere attivi e uscire dallo stato di indifferenza che rischia di renderci insensibili».

Dopo il sindaco hanno preso la parola la vice Marina Vittone e il primo cittadino dei ragazzi, Francesca Victoria Bertoglio Bosio. La manifestazione, promossa da Comune, Anpi e scuole, si è svolta in corso Indipendenza, davanti al totem dedicato ad Elena e alla sua famiglia.

Elena Colombo, figlia di Sandro e Vanda, tutti deportati, è l’unico caso documentato nella Shoah italiana di un bimbo che ha dovuto affrontare da solo l’arresto, la deportazione e lo sterminio nei campi di concentramento. Aveva solo dieci anni e dieci mesi. Il totem si trova di fronte alla casa di corso Indipendenza che li ha ospitati dal dicembre 1942 al settembre 1943. La storia della famiglia Colombo è purtroppo tragicamente simile a quella che vissero tantissimi ebrei in tutta Italia. Nel loro caso, sfollati a Rivarolo per sfuggire ai bombardamenti di Torino, i Colombo dopo l'otto settembre furono costretti nuovamente alla fuga, questa volta in una baita della frazione Milani, a Forno. Lì dove l'otto dicembre del 1943 vennero catturati dai tedeschi.

Dopo qualche settimana alle Nuove, Sandro e Vanda, madre e padre di Elena, vennero trasferiti nel carcere di San Vittore, a Milano. Da qui il 30 gennaio 1944 il viaggio di sola andata verso Auschwitz, dove arriveranno il 6 febbraio (su quel treno c’è anche Liliana Segre con il padre). La piccola Elena, invece, venne affidata ad una famiglia amica di Torino, dove resterà fino al 9 marzo 1944. L’ultima cartolina della bimba è indirizzata a Bianca Ballesio, un’amica conosciuta proprio a Rivarolo, ed è datata 4 aprile 1944. Il giorno dopo Elena lascia Fossoli per Auschwitz. Il 10, appena arrivata al campo di concentramento, viene mandata alle camere a gas.