Giancarlo Caselli, da questa sera, è cittadino onorario di Rivarolo Canavese. Ha ricevuto la nomina dal sindaco Alberto Rostagno in una sala consiglio di palazzo Lomellini insolitamente piena. Già componente del Consiglio Superiore della Magistratura, nel 1991 è stato nominato magistrato di Cassazione ed è divenuto Presidente della Prima Sezione della Corte di Assise di Torino. Dal 15 gennaio 1993 fino al 1999 è stato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ottenendo importantissimi risultati nella lotta alla mafia come l'arresto di boss del calibro di Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza, Giovanni Brusca.
Dal settembre 2002 è stato Procuratore Capo della Repubblica di Torino. Nel 2013 ha condotto il processo scaturito dall'operazione Minotauro contro la presenza della 'ndrangheta in provincia di Torino e in Canavese. A seguito di quell'operazione è stato sciolto per infiltrazioni mafiose l'allora consiglio comunale di Rivarolo Canavese. Circostanza, questa, che ha suscitato qualche malumore, a livello politico, per la decisione dell'attuale amministrazione di concedere la cittadinanza onoraria proprio a Caselli.
Presenti alla cerimonia numerosi sindaci della zona (compresi i neoeletti Mazza di Castellamonte e Bellone di Favria), il viceprefetto di Torino, i vertici dell'Arma dei carabinieri e della guardia di finanza, il deputato Francesca Bonomo e la maggioranza di Rivarolo. Per la minoranza presenti Marina Vittone, Alessandro Chiapetto e Martino Zucco Chinà. Il sindaco Alberto Rostagno, visibilmente emozionato, ha ricordato in apertura della cerimonia Falcone e Borsellino. "Si rende omaggio a una persona che ha fatto qualcosa di importante per tutta Italia non solo per questo terirtorio", ha fatto presente il viceprefetto riferendosi all'impegno di Caselli contro la mafia.
"Orgoglioso di questa cittadinanza - ha detto Caselli - e ringrazio tutti i rivarolesi, indistintamente. Anche se so che non è facile perché il mio era un mestiere che divide. La vostra presenza e la vostra decisione è la capacità di guardare ad alcuni principi base come la legalità. È uno sforzo per la collettività e per la convivenza civile. Con la legalità possiamo dare un futuro ai nostri giovani perché è una risposta ai soprusi e agli sfruttamenti che poco o tanto serpeggiano in ogni comunità. Grazie a tutti quindi, cittadini e amministrazione. Non è la prima cittadinanza onoraria che ricevo ma è sicuramente una delle più significative come quella di Palermo dove grazie a molti validi collaboratori abbiamo lavorato bene per resistere alla criminalità.
Qui come in Sicilia si è fatto un grande lavoro per la legalità. Senza retorica, lo penso davvero: questo riconoscimento non è solo per me ma che coinvolge e si estende a tutti coloro che con me hanno cercato di operare per la legalità. A partire dalle forze dell'ordine che lavorano per strada faccia a faccia con la criminalità organizzata. Se io ho ottenuto qualche risultato è perché ho sempre avuto accanto poliziotti, carabinieri e finanzieri straordinari. E allo stesso modo questo coinvolge i miei colleghi che con me hanno fatto squadra. In moto particolare per i colleghi della procura di Torino. Uno in particolare, il dottor Roberto Sparagna, sempre in prima fila, minacciato con una busta esplosiva pochi giorni fa. Il mestiere di magistrato divide ed espone a rischi personali. Grazie alle forze dell'ordine, ai colleghi e a tutta Rivarolo".