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CANAVESE - C'è anche uno storico rappresentante del Canavese, in queste ore, in visita a Sumy, in Ucraina, teatro del terribile attacco russo dell'altro giorno che ha provocato morti e feriti tra i civili nel giorno della domenica delle Palme. Stiamo parlando del vicesindaco di Pertusio, Antonio Cresto, già sindaco del piccolo paese canavesano, che ha visitato i luoghi dell'attentato e portato la sua solidarietà a nome di tutto il territorio.

Sergio Bartoli, consigliere regionale del Piemonte, appena tornato dall'Ucraina dove è stato nominato cittadino onorario del Comune di Krasnokutsk, parla del drammatico episodio: «Ho appreso con dolore e indignazione del vile attacco missilistico che ha colpito la città di Sumy durante le celebrazioni della Domenica delle Palme. Un attacco che ha causato la morte di almeno 34 civili, tra cui due bambini, e oltre 100 feriti. Un’azione codarda, che ha colpito chiese, abitazioni, ospedali: luoghi sacri, umani, simbolici. Gli stessi luoghi che ho visitato in questi giorni con profonda commozione: Irpin, con il Ponte Romaniv, simbolo dell’evacuazione dei civili; la Casa della Cultura bombardata; Bucha, segnata dal martirio civile; Hostomel, con il Liceo n.2 devastato; e infine Kyiv, con l’Ospedale Pediatrico Nazionale Ohmatdyt, dove si curano i bambini feriti dalla guerra. Non si tratta di una questione politica. Non intendo cavalcare alcuna bandiera ideologica. Qui siamo di fronte a qualcosa che va ben oltre: un'aggressione disumana, ingiustificabile, terroristica. Anche in guerra esistono regole: limiti non scritti ma universalmente riconosciuti. Quello che è accaduto a Sumy non è un’azione militare: è un crimine contro l’umanità».

Bartoli condanna con assoluta fermezza il regime di Vladimir Putin: «Perché questo ennesimo attacco non ha nulla a che fare con strategie belliche o obiettivi territoriali. È un atto deliberato di terrore, che semina morte e disperazione dove dovrebbe esserci vita e cura». In mezzo a questo scenario tragico, si staglia un gesto di luce e di dignità: «Desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento all’associazione La Memoria Viva e al mio caro amico Antonio Cresto, attualmente presenti a Sumy. Sono stati gli unici rappresentanti istituzionali italiani oggi nella cosiddetta “linea zero”. Con discrezione e grande umanità, hanno consegnato aiuti medici essenziali al reparto di ortopedia dell’ospedale cittadino. Le autorità e il sindaco di Sumy li hanno ringraziati personalmente per il contributo tangibile e umano offerto. Desidero rassicurare le famiglie e i cittadini italiani: Roberto Falletti e Antonio Cresto stanno rientrando, in condizioni di massima sicurezza, e sono in costante contatto con me. Mentre altrove si ergono barriere, noi abbiamo scelto di attraversarle, con gesti concreti e silenziosi».

Un ponte che unisce il Piemonte, l’Italia intera, a chi oggi soffre, lotta e spera: «La loro testimonianza è la prova che la diplomazia dei popoli e la solidarietà concreta sono le armi più potenti contro la barbarie. Mi unisco all’appello delle autorità ucraine: la comunità internazionale alzi la voce, agisca con urgenza, si assuma la responsabilità di fermare l’orrore. È tempo di scegliere, con chiarezza, da che parte della storia vogliamo stare», aggiunge Bartoli.