Il vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, fa presente che «la Regione Piemonte sta affrontando con il massimo impegno il tema della presenza del lupo sul nostro territorio e della sua pericolosità, in modo da giungere ad una soluzione che garantisca una convivenza pacifica tra questo animale e l’uomo».
 
«Purtroppo - precisa Carosso - il nostro margine di azione è molto limitato, perché questa specie è protetta da normative comunitarie e nazionali. Al momento il ministero dell'Ambiente ha elaborato un nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, che giace in Conferenza Stato-Regioni dal maggio del 2019. Per questo ho mandato una lettera al ministro Sergio Costa e a tutti i prefetti del Piemonte, che sono l’emanazione del Governo, per segnalare la situazione di grande preoccupazione venutasi a creare e per sollecitare la ripresa al più presto della discussione sul documento, che tenga conto anche delle trasformazioni che sono nel frattempo intervenute nelle abitudini del lupo». Carosso ha in programma quattro giornate di lavoro, una per quadrante, per incontrare tutti i soggetti interessati dal problema. Il 31 gennaio l’incontro avverrà a livello di Città Metropolitana di Torino. 
 
«Secondo Carosso il problema è che il lupo è protetto - dice Silvio Viale, presidente del comitato nazionale Radicali Italiani - considerazione abbastanza fantasiosa dato che la pericolosità del lupo per l'uomo è zero e i danni derivanti dal lupo sono limitatissimi. Danni, che  possono essere eliminati con adeguate protezioni per gli animali di allevamento. Invece di ridursi a fare propaganda su tutto, anche sul lupo, si preoccupi di dare informazioni e incentivi per gli allevatori così da mettere in sicurezza le greggi. Il tutto senza contare che il lupo è l'unico limitatore naturale degli ungulati che sono invece portatori di danni cento volte superiori all'agricoltura. Prima di parlare sarebbe meglio dare voce a chi su questi temi studia da decenni. Forse l'assessore urla al lupo e alimenta paure, perché alla sua veneranda età non sa ancora che Cappuccetto Rosso è solo una fiaba».