CANAVESE - Si è svolto oggi, mercoledì 15 gennaio 2024, nel torinese e anche in diverse aziende del nostro territorio, tra le quali Leonardo a Caselle, Muviq a Ivrea e consorzio Pichi a Chivasso, lo sciopero per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Lo stato di agitazione ha coinvolto 150 mila metalmeccanici piemontesi, esclusi gli addetti Stellantis.
«Lo sciopero è andato bene, così come sono andati bene i presidi che abbiamo deciso di fare fuori dalle aziende più significative del territorio che tra l'altro hanno anche un notevole peso specifico all'interno dell'associazione degli industriali e alla loro delegazione trattante - sottolinea Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese - Le lavoratrici e i lavoratori vogliono rinnovare il contratto, sia nella parte normativa, sia in quella economica. La rigidità da parte delle aziende è totalmente ingiustificata, stanno decidendo di gettare benzina sul fuoco e questo non va bene. Ovviamente noi ribatteremo colpo su colpo, intensificando gli scioperi e la loro articolazione fino a quando non otterremo il risultato».
«Oggi è una giornata importantissima per tutti i metalmeccanici che attraverso la mobilitazione stanno dando un messaggio estremamente chiaro: vogliamo il rinnovo del contratto. È più che mai necessario uscire dall'impasse generato dalla posizione di Federmeccanica e Assistal al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto - dichiara Rocco Cutrì, segretario generale Fim-Cisl Torino e Canavese - tutto il comparto, attraverso lo sciopero rigetta al mittente la contro piattaforma presentata dall'associazione datoriale e chiede che la trattativa riparta dagli 11 punti, economici e normativi che compongono la piattaforma presentata da Fim, Fiom e Uilm votata dal 98% dei lavoratori. Importanti i primi numeri sulle adesioni, Leonardo circa 90%, Avio Aero 75%, Elbi Bitron oltre il 60%, Automotive Lighting 70% e moltissime altre aziende in cui i metalmeccanici hanno incrociato le braccia per chiedere con forza il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Siamo pronti a continuare azienda per azienda con iniziative per sostenere la vertenza che riguarda 1,6 milioni di lavoratori».