IVREA - La chiusura della residenza collettiva autogestita «Santo Bambino» di Ivrea rischia di trasformarsi in un'emergenza sociale. Il motivo ufficiale è l’avvio di «improrogabili lavori di ristrutturazione e riorganizzazione dell’accoglienza», ma il risultato concreto è lo sfratto di 31 persone, tra cui un'intera famiglia con due bambini. Il termine per lasciare la struttura è stato fissato nel 25 aprile. Dal 1994, la residenza ha ospitato oltre 90 persone. Alcuni vivono lì da anni.
La comunicazione ufficiale è arrivata il 14 febbraio con una lettera firmata da don Arnaldo Bigio, presidente dell’associazione L’Orizzonte, che gestisce lo stabile in via Varmondo Arborio. Il Comune ha avviato contatti con ATC, il Consorzio In.Re.Te. e altri enti locali per trovare soluzioni alternative, ma al momento non ci sono garanzie. Senza un piano concreto, chi vive nella residenza rischia di ritrovarsi in strada. La situazione solleva interrogativi sulla gestione dell’emergenza abitativa e sul ruolo delle istituzioni. Non si può parlare di riorganizzazione senza considerare le vite coinvolte e, in questo caso, pare si siano perse delle settimane senza fare nulla.
«Costringere persone, tra cui extracomunitari e italiani a basso reddito, a lasciare le proprie stanze entro il 25 aprile rappresenta una grave emergenza sociale - dice in merito il consigliere di minoranza di Azione-Italia Viva, Massimiliano De Stefano - se il vicesindaco Dal Santo si fosse attivata correttamente, non avrebbe motivo di nascondere l'emergenza in corso. L'amministrazione avrebbe dovuto segnalare immediatamente la situazione alla Regione lo ha fatto? E poi coordinarsi con gli altri enti competenti per garantire assistenza ai 31 ospiti della struttura Santo Bambino. È inaccettabile che, mentre si festeggiava con il taglio del nastro alla Caritas per sei posti letto, altre 30 persone di fronte, tra cui due minori, rischiano di rimanere senza un tetto e dignità. A quanto pare il miglior modo per affrontare l'emergenza è nasconderle. Chiederemo il carteggio per verificare se l'intervento dell'amministrazione è stato adeguato in questa situazione critica. Ma l'obiettivo principale rimane la soluzione abitativa degli ospiti».