Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute boccia il carcere di Ivrea. Già a fine novembre è stata compiuta una visita alla Casa Circondariale e ieri il Rapporto è stato pubblicato. La visita è stata compiuta da Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante, insieme a Bruno Mellano, Garante Regionale del Piemonte. Il Rapporto, relativo alla visita di fine novembre, e trasmesso un mese fa alla Direzione della Casa circondariale, al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, segnala in dettaglio le anomalie ancora oggi esistenti.
La delegazione del Garante aveva compiuto la visita per verificare l’attendibilità di segnalazioni ricevute circa azioni repressive condotte con un inappropriato uso della forza. Proprio per l’ufficialità dell’istituto stesso del Garante, la delegazione aveva potuto verificare la documentazione dei fatti, parlare con il personale e con i detenuti, visionare e valutare lo stato dei luoghi.
Senza entrare nel merito degli accertamenti della Procura – spiega Emilia Rossi riassumendo il Rapporto – “i due aspetti più inquietanti sono: la presenza di due celle di contenimento - una denominata 'cella liscia' dallo stesso personale dell'Istituto, l'altra chiamata 'acquario' dai detenuti - che oltre ad essere in condizioni strutturali e igieniche molto al disotto dei limiti di accettabilità nel rispetto della dignità dell'essere umano e di integrare una violazione dei più elementari diritti delle persone detenute, costituiscono un elemento che accresce la tensione presente nell'Istituto. Il secondo aspetto segnalato riguarda l'assenza da oltre quattro anni di un Comandante della Polizia penitenziaria stabilmente assegnato alla Casa circondariale. Questo elemento può, verosimilmente, contribuire al frequente riproporsi delle conflittualità segnalate”.
Il Garante - per la sua caratteristica istituzionale che gli consente di entrare nei luoghi, parlare col personale, verificare le situazioni - oltre a sottolineare la collaborazione ricevuta, ha chiesto tuttavia che si metta fine alla “sottovalutazione” della situazione da parte della Direzione dell’Istituto ed ha stigmatizzato “la mancanza di ricerca di soluzioni diverse dal ricorrente trasferimento in altre strutture delle persone detenute di difficile gestione”. Il Rapporto ora pubblico sarà inviato alla competente Procura della Repubblica ad integrazione del materiale di indagine nel procedimento sui fatti segnalati alla fine dello scorso mese di ottobre che risulta tuttora in corso, secondo quanto risulta anche dalle recenti dichiarazioni pubbliche del Procuratore.