CUORGNE' - Il futuro dell'ospedale di Cuorgnè è ancora tutto da scrivere. Ma il potenziamento auspicato dal territorio e dal sindaco Beppe Pezzetto dovrà per forza passare da una decisione della Regione Piemonte. Lo ha confermato il direttore generale dell'Asl To4, Lorenzo Ardissone, nel corso della conferenza stampa relativa alla fase 2 della sanità in Canavese. Fase che prevede la riapertura delle sale operatorie di Ivrea, Chivasso e Ciriè dal 3 giugno così come la ripresa delle attività ambulatoriali per iniziare a smaltire le circa 80mila prestazioni che sono state «congelate» a causa del coronavirus.

Sull'ospedale di Cuorgnè, Ardissone ha confermato che l'Asl mantiene alta l'attenzione sul presidio: «Cuorgnè, al momento, è considerato un ospedale post acuzie dotato di un pronto soccorso in area disagiata. Rimarrà tale a meno che la Regione non cambi la situazione. Va sottolineato che in questo periodo difficile non è stato chiuso alcun reparto, il pronto soccorso è rimasto sempre attivo anche in orari notturni e a breve riprenderà anche l'attività di day surgery». Sull'eventuale potenziamento chiesto dai sindaci della zona, Ardissone è stato chiaro: «Ci sono spazi a disposizione per fare delle cose però dobbiamo rispettare la Dgr 600 del 2014 (Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale ndr). In base a quella delibera della Regione noi ci dobbiamo attenere per fornire i servizi».

Serve quindi una delibera analoga a quella del 2014 che dica quali potenziamenti possono e devono essere previsti per l'ospedale cuorgnatese: «Senza una deliberazione della Giunta regionale non possono cambiare le specialità di un ospedale. In questo momento la struttura rispetta il piano programmatico della Regione».