Un anno dopo la firma sul documento di cessione al Comune, la villa del boss Bruno Iaria... è ancora del boss dell'ndrangheta. Formalmente è passata al Comune ma ancora nessuno ha potuto metterci piede all'interno. C'è di più: anche i progetti di riutilizzo previsto non sono ancora partiti. Già, perché l’abitazione è stata formalmente ceduta al Comune, ma non il suo interno. L’arredamento e gli effetti personali, ad esempio, sono ancora del boss. O meglio, della sua famiglia che, in qualsiasi momento, potrebbe reclamarne la proprietà. 
 
La legge sulla confisca dei beni, infatti, modificata di recente, ha generato un’impasse burocratica. In questo caso, congelando anche tutti i progetti che l’amministrazione comunale, insieme a «Libera» di don Ciotti e all’associazione «Mastropietro», aveva promosso per ottenere la confisca dell’immobile. «Abbiamo spedito proprio in questi giorni una lettera all’agenzia nazionale – conferma il sindaco Beppe Pezzetto – in questo momento non si sa chi è autorizzato a sgomberare l’interno della casa». 
 
Il Comune ha dato la propria disponibilità ma serve il via libera da Roma. «Siamo disposti anche a stoccare in magazzino, per un tempo ragionevole, mobili e quant’altro – spiega il sindaco – ma prima qualcuno ci deve autorizzare». Secondo la normativa, dopo aver inventariato tutto il materiale presente all’interno della villa, la famiglia del boss ha sessanta giorni di tempo per andare a riprendersi quanto di sua proprietà. Solo che, allo stato attuale, l’agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ha fatto sapere di non avere più l’autorizzazione per entrare nella casa del boss, visto che la villa è già stata ceduta alla città di Cuorgnè. Allo stesso tempo, però, nemmeno il personale del Comune può mettere piede nell’abitazione.
 
La villa del boss Iaria, infatti, in località Cascinette (300 metri quadrati per almeno 300 mila euro di valore) è destinata a diventare una struttura dedicata al «social housing». Una sorta di rifugio (l’unico in tutto l’alto Canavese) per i senzatetto e le famiglie in difficoltà. Burocrazia permettendo.