Chi paga il canone e non vede la tv ha bisogno di risposte concrete. Che senso ha una tassa di possesso su un apparecchio televisivo se poi questo rimane spento perché non raggiunto da segnale? Due le necessità: la prima è nelle zone dove vengono registrati disservizi nella trasmissione del segnale, le comunità siano esentate dal pagamento; la seconda è che vengano potenziati una volta per tutte i segnali televisivi, in accordo con le Unioni montane e i Comuni, così da garantire un diritto di cittadinanza oggi negato. Va ricordato che è grazie agli apparecchi installati e gestiti dalle Comunità montane, grazie ai fondi della Regione Piemonte, che sono state evitate enormi zone d'ombra nelle vallate.
Uncem torna sul grave problema del disservizio nelle trasmissioni del segnale tv anche per chiedere a tutte le forze politiche a intervenire per individuare risorse per potenziare le reti e il sistema di diffusione, non solo per il servizio pubblico ma anche per il capillare e fondamentale in Piemonte circuito di tv private su cui si muovono informazione e intrattenimento.
"È positivo l'impegno della Consigliera regionale Claudia Porchietto - afferma il presidente Uncem Piemonte Lido Riba - che ha ripreso la nostra mobilitazione. Credo che tutti i politici e gli amministratori debbano fare fronte comune sui principali problemi che le valli registrano, a partire dall'impossibilità di vedere i canali televisivi. I disservizi riguardano oltre 600mila persone. Obbligate a pagare il canone senza poter vedere la tv. Siamo nelle settimane che registrano più presenze nelle valli. Anche i turisti toccheranno con mano quante sono le sfide per chi ha un'impresa e per chi vive in montagna tutto l'anno. Condividano con noi l'impegno per dare ai territori migliori opportunità e reti di servizi più efficienti. Senza interventi, a partire da tv e internet, il divario continuerà ad aumentare. E il digital divide rischia di far ulteriormente crescere la sperequazione, il divario economico e sociale tra aree urbane e montane".