Sulla possibile fusione obbligatoria dei Comuni sotto i 5000 abitanti (della quale abbiamo parlato qualche giorno fa nell'articolo che potete leggera cliccando a destra) riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento del sindaco di Agliè, Marco Succio. Un intervento che invoca il buon senso così come hanno fatto, la scorsa settimana, i vertici dell'Uncem che si sono scagliati contro la proposta che, tra qualche giorno, sarà al vaglio del Parlamento. L'impressione è che la decisione di portare in aula un documento del genere, sia solo il pretesto per avviare la discussione sulle fusioni dei Comuni. E' chiaro che un parametro come quello ipotizzato dei 5000 abitanti, stravolgerebbe intere zone. Proprio come il Canavese, dove sparirebbero centinaia di Comuni.
 
«Confido sul buonsenso di chi sarà chiamato a votare questa proposta di legge - scrive il sindaco Marco Succio - spero vivamente che ci sia una levata di scudi trasversale e determinata. L'eventuale fusione tra piccoli Comuni deve nascere da un processo democratico e volontario basato sulla conoscenza dei territori e non da un'imposizione che creerebbe scompiglio, maggiori costi e minor funzionamento dei servizi, specialmente in alcune zone, storicamente caratterizzate dalla presenza di piccoli comuni, spesso veri e propri presìdi di territori con peculiarità storiche, geografiche e culturali uniche e difficilmente gestibili in altre forme amministrative.
 
Per molti anni si è cercato di valorizzare i piccoli territori, vero patrimonio culturale della nostra nazione, sostenendo politiche che ne  evitassero lo spopolamento. Da ormai qualche tempo si è messa in moto un'inversione di tendenza, che raggiunge il suo apice negativo con questa proposta di legge,  con la quale si vuole  sacrificare la nostra storia amministrativa in nome di un fantomatico risparmio di risorse pubbliche. Infatti, non solo non esiste un risparmio, ma è ben dimostrabile come con le gestioni associate o unificate, l'unico risultato tangibile sia l'aggravio dei costi con una riduzione dell'efficienza dei servizi ai cittadini.
 
La strada per stimolare il processo di unificazione, laddove possibile, non può che essere volontaria, eventualmente sostenuta da meccanismi che prevedano agevolazioni o premialità, ma che nel contempo lascino liberi i Sindaci di decidere la strada amministrativa più adatta ai singoli territori».