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Domenica al Meeting di Rimini ha avuto luogo l'incontro clou della settimana, dedicato al titolo dell'attuale edizione: "Tu sei un bene per me" con la partecipazione dello scrittore Luca Doninelli e l'introduzione di Emilia Guarnieri, presidente della fondazione che organizza la kermesse riminese. Lo scrittore milanese ha parlato del tu incominciando dall'io. "Spesso siamo noi i peggiori nemici di noi stessi",  ha detto. Si può diventare nemici di coloro che fino ad un minuto prima erano nostri amici per un motivo banale, a volte banalissimo.  Per capire il valore dell'altro bisogna ricordare che qualcuno ci ha voluto bene. Per me questo Qualcuno è stato Gesù.
 
Alla domanda: "chi è il bene per me", Maria di Ivrea, dopo aver partecipato ad un incontro con don Burgio, cappellano del carcere minorile di Milano, ha così risposto: "Sono venuta al Meeting con una grande domanda sulla vita e sul rapporto con gli altri.  La testimonianza del sacerdote mi ha cambiato il modo di vedere le cose, non con un taglio moralista o moralistico ma stando di fronte alla realtà come provocazione. Io sono un bene per l'altro solo se Uno mi vuole bene".
 
Oltre a questo, altri incontri si sono succeduti nella giornata: da "la giustizia oltre la pena" con il Vice Presidente della Corte Costituzionale Maria Cartabia, a "il rilancio del brand Italia" con i presidenti di Confindustria e della CDO. Come dire, ognuno al Meeting può soddisfare i suoi interessi approfondendo quei temi che gli stanno più a cuore. Al Meeting molti spazi sono dedicati anche alle famiglie con bambini e con ragazzi. Per i più grandi è disponibile un intero padiglione con campi di basket e calcetto, mentre il Villaggio dei ragazzi offre momenti di intrattenimento, spettacoli e canzoni per bambini e non. Il villaggio è uno dei luoghi più frequentati da Piero e Federica, siciliani di nascita ma canavesani di adozione: il loro primogenito non vuole mai ritornare in hotel.
 
Riprendiamo allora la domanda iniziale "chi è il nostro bene?". La realtà che viviamo ogni giorno,  anche quando difficile o dolorosa,  ci può aprire nuovi orizzonti in cui iniziare ad intravedere un bene più grande. (Paolo Ricco)