Un "super-Comune" dell'alto Canavese per contare di più a livello sovracomunale e non dover rispettare i limiti del patto di stabilità. Si lavora in direzione di una vera e propria fusione dei Comuni a Rivarolo, come ha confermato il sindaco Alberto Rostagno (insieme alla sua giunta) nel corso della conferenza stampa di fine anno. Si tratterebbe di una svolta epocale. «Ci faremo parte attiva per stimolare un confronto sul territorio - dice il primo cittadino - si tratta, ovviamente, di un percorso molto complesso. In ogni caso prima della prossima tornata amministrativa di Rivarolo dovremo definire la situazione». 
 
Di fatto ci sono tre anni per trasformare l'area del rivarolese in un unico grande Comune. Amministrato centralmente da Rivarolo Canavese con i sindaci degli attuali Comuni più piccoli che, potenzialmente, potrebbero rivestire il ruolo di sindaci circoscrizionali, come già avviene nelle circoscrizioni delle grandi città. «Fare sinergia significa anche questo - ribadisce Rostagno - guardare al futuro del nostro territorio». 
 
Tra i grandi vantaggi ipotizzati il maxi Comune non avrebbe alcun patto di stabilità da rispettare. Questo escluderebbe anche vincoli di personale, come invece avviene oggi. La gestione "sinergica" del territorio, del resto, comporterebbe una maggiore uniformità dei servizi, anche a beneficio delle piccole realtà amministrative. I Comuni che potrebbero essere coinvolti in prima battuta, sono quelli che confinano con Rivarolo (escluso Favria, visti i rapporti tra i due sindaci in carica) dal momento che la fusione deve avvenire tra Comuni contigui. Quindi Salassa, Ozegna, Oglianico. Ma anche Ciconio, Lusigliè, Feletto. 
 
Analogo esperimento è stato proposto, qualche mese fa, per i Comuni dell'eporediese che gravitano nell'orbita della città di Ivrea. Ma se nell'eporediese, anche storicamente, tutto potrebbe essere considerato più facile, riuscirà il progetto di Rivarolo a fare breccia in alto Canavese? I piccoli Comuni sono davvero disposti a rinunciare alla loro autonomia? «A livello nazionale si va in quella direzione - dicono i favorevoli al progetto di fusione - si arriverà al punto che lo Stato obbligherà le fusioni. Tanto vale farsi trovare pronti».