Non accennano a placarsi le polemiche dopo l’annullamento dell’Alpette Rock Free Festival. Su Facebook è un coro di proteste da parte di coloro i quali, in questi anni, hanno sostenuto e partecipati alla kermesse musicale. E’ spuntato, sempre sui social network, anche il simbolo della lista «Alpes», sostenuta dal sindaco di Alpette, Silvio Varetto, corredato di una svastica (nella foto). Simbolo che ha sollecitato la reazione sdegnata dei promotori della lista Alpes che, in tutto il Piemonte, si è fatta promotrice, alle scorse amministrative, dei problemi dei Comuni di montagna.
«Il comitato promotore di Alpes – composto da Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (CN), Roberto Colombero, sindaco di Canosio (CN), Danilo Breusa, sindaco di Pomaretto (TO), Marco Bussone, consigliere di Vallo Torinese (TO) – intende condannare l’offesa e l’aggressione al simbolo Alpes scelto da Silvio Varetto come logo per la lista Uniti per Alpette, in corsa alle elezioni comunali del 25 maggio (e risultata vincente). Alcuni giorni fa, è infatti apparso sul profilo Facebook di un gruppo musicale torinese il logo di Uniti per Alpette Alpes con l’aggiunta di una svastica nera e la scritta “no musica, non giovani, no cultura”. Un gesto gravissimo, che rappresenta evidentemente un attacco al primo cittadino di Alpette, a tutti gli amministratori del Comune e non solo: un segnale di grave ignoranza, diffuso sui social network e commentato con inaudita violenza verbale da decine di persone, tutte contro il sindaco e l’Amministrazione comunale».
Alpes segnalerà alla Procura della Repubblica l’accaduto. «Perlopiù – scrivono i promotori del movimento - questo avviene in un Comune canavesano dove la lotta per la liberà, la Resistenza e le perdite di donne e uomini dal settembre 1943 all’aprile 1945, sono stati particolarmente intensi». Alpes non entra nel merito dell’annullamento dell’Alpette Rock Festival, pur dichiarando il pieno sostegno al sindaco Varetto oggetto di quello che viene definito, in relazione alla svastica, «un gesto gravissimo».
«Si fa presto a criticare nei nostri piccoli Comuni, si fa in fretta a pervenire allo scontro, specialmente per chi arriva qualche ora per un evento nel paese e poi se ne va, vivendo in città gli altri 364 giorni dell’anno – dicono ancora i promotori di Alpes - prima di parlare bisogna fare attenzione. E così prima di scrivere, di aggredire, anche prima di modificare un simbolo elettorale validato dalla Prefettura. Perché i reati, le dimostrazioni di inciviltà, l’incapacità di rispettare le Terre Alte, sono sempre dietro l’angolo. Questa volta, sono apparsi in tutta la loro banalità e pena».