La meccanica è stata migliorata, i computer hanno svecchiato il sistema, ma l’aspetto del «pianoforte» è rimasto lo stesso per 150 anni. La macchina fono stenografica, che ancora oggi viene usata al Senato per la trascrizione delle sedute, ha un cuore canavesano. La inventò Antonio Michela Zucco, originario di Agliè ma nato a San Giorgio, in frazione Cortereggio. E proprio San Giorgio, domenica alle 17 nel salone «Boggio», celebra il compleanno dell’inventore, nato il 1 febbraio del 1815. 200 anni fa.
 
Nel 1877 fu Giuseppe Garibaldi a scrivere da Caprera: «Desidero che l’utilissima scoperta del professor Michela sia messa in opera». Tre anni più tardi la macchina fono stenografica venne adottata in pianta stabile dal Senato. E ancora oggi, a palazzo Madama, è lo strumento insostituibile che riproduce gli interventi dei parlamentari. Un mezzo rivoluzionario per l’epoca. Michela, infatti, inventò un vero e proprio linguaggio «parlato» con la macchina. Riuscì a creare un alfabeto capace di varcare ogni confine, utilizzando i suoni prodotti dall’apparato fonetico umano. Ad ogni suono, associò un segno grafico e uno numerico. A Ivrea, nel 1862, produsse il primo modello della sua macchina fono stenografica, dopo oltre vent’anni di studi. L’idea di un alfabeto universale, infatti, la concepì già nel 1839. La versione definitiva della macchina, Michela la realizzò nel 1878 ed ebbe l’occasione di presentarla all’Expo di Parigi. Fu l’unica volta che lasciò il Canavese.
 
Inventore e uomo di cultura, insegnò in diverse scuole elementari, da Quassolo a Vestignè e Borgofranco. Poi divenne professore di disegno e architettura alle scuole tecniche di Ivrea. Visse l’infanzia e la giovinezza ad Agliè, paese che aveva dato i natali ai genitori. Per arrivare all’invenzione della sua macchina, studiò per decenni anatomia e struttura fonetica dell’uomo all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Morì il 24 dicembre 1886 a Quassolo, dove è sepolto. Il convegno di domenica a San Giorgio, come detto, sarà il primo appuntamento promosso per riscoprire una figura storica del Canavese e, al tempo stesso, sottovalutata. «Organizzeremo degli eventi nel corso dell’anno visto l’importante ricorrenza – assicura il sindaco di Agliè, Marco Succio – Antonio Michela è una pagina di storia che il territorio deve conoscere».