di Giorgio Cortese
La provenienza del nome Primula deriva dal latino Primus, cioè “Prima”, che ne specifica il primato annuale di fioritura della pianta rispetto le altre, questa famiglia le Primulaceae comprende circa 500 specie. Il significato che gli antichi hanno sempre attribuito alla primula è del bene che primeggia sul male e della vita che risorge dopo un periodo di morte, riferito alla fioritura dopo al periodo invernale. La leggenda vuole che Apollo, figlio di Zeus, mandò la prima primula sulla Terra per proteggerla dal gelo.
La Primula è sempre stata il simbolo della primavera e il significato attuale che le viene attribuito è quello di vita, giovinezza, speranza e rinascita. La primula è uno dei primi fiori che sboccia, anche nei paesi più freddi, proprio per questo motivo è da sempre considerata il simbolo della primavera e del rinnovamento che questa stagione porta con sé, è anche considerata emblema di giovinezza e di precocità, è nella tradizione popolare di molti popoli, pianta augurale. A questo proposito la Regina Vittoria, quando il ministro Disdraeli le consegnò solennemente la corona delle Indie, lo ricambiò con un mazzolino di primule in segno di buona fortuna. Una leggenda nata molto tempo fa, quando gli uomini e gli elfi vivevano entrambi la propria vita, senza danneggiarsi a vicenda, fu proprio in un prato di primule gialle, che il re degli elfi vide per la prima volta la principessa che lo fece innamorare. Vide la giovane mortale, passeggiare in un prato di primule giallo oro, come il colore dei suoi capelli, capì che non avrebbe potuto vivere senza lei.
Lei era sposa di un nobile potente, arrogante e geloso, che la costringeva a vivere in solitudine; quando vide il giovane elfo, se ne innamorò perdutamente. Il re degli elfi, si presentò alla corte del re degli umani e lo sfidò ad un gioco simile agli scacchi, lo lasciò vincere per due partite. Quando ormai sicuro della sua superiorità, il re umano disse di voler giocare la terza partita invitando l’avversario a scegliere la posta. “Quello che il vincitore chiederà sarà suo” disse il re degli elfi, l’umano accecato dalla propria ambizione, non si accorse del tranello e fu così che perse la sua sposa. Si dice che ancor oggi, a primavera quando fioriscono le primule, i due amanti tornino a danzare nel luogo dove si videro per la prima volta.
Allo spuntare della primula gli insetti sono ancora pochi e spesso i fiori non sono impollinati, nel “Racconto d’inverno” di Shakespeare c’è una metafora poetica sulle “pallide primule che muoiono nubili”. Secondo un’ altra leggenda, la nascita della primula è dovuta a San Pietro che, facendo cadere le chiavi del Paradiso in una zona dell'Europa settentrionale, fece nascere questo fiore, che in alcune zone dell'Inghilterra è ancora chiamato “bunch of keys”, mazzo di chiavi. La primula risulta anche una pianta officinale, la prima ad occuparsene è stata la badessa Ildegarda di Bingen intorno al 1100, che suggeriva di usarla contro i raffreddori e per calmare gli stati d'ansia; consigliata anche dal Mattioli nel XVI secolo per l'insufficienza cardiaca. Secondo un’altra leggenda, la nascita della primula è dovuta a San Pietro che, facendo cadere le chiavi del Paradiso in una zona dell'Europa settentrionale, fece nascere questo fiore, che in alcune zone dell'Inghilterra è ancora chiamato “bunch of keys”, mazzo di chiavi.
La primula risulta anche una pianta officinale, la prima ad occuparsene è stata la badessa Ildegarda di Bingen intorno al 1100, che suggeriva di usarla contro i raffreddori e per calmare gli stati d'ansia; consigliata anche dal Mattioli nel XVI secolo per l'insufficienza cardiaca. Infine la primula nel linguaggio dei fiori rappresenta l’emblema della prima giovinezza.