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di Giorgio Cortese

Sabato 1 luglio è partita la sonda Euclid che dovrà scandagliare un terzo del cielo, descrivere un miliardo di galassie, risalire indietro nel tempo di 10 miliardi di anni e investigare la natura del 95% della composizione del cosmo. La sonda si chiama Euclid non a caso,  nasce da lontano la conoscenza della geometria che, grazie al matematico e filosofo greco Euclide, ha rivoluzionato la misura dello spazio, anche con le leggi che portano il suo nome. Gli studiosi scrivono che la  materia oscura costituisce circa il 26,8% dell’Universo, non emette alcun tipo di radiazione, non interagisce, non assorbe luce e si può rilevare solo dall’attrazione gravitazionale che impiega sulle galassie.

Non c’è un’ipotesi comune sulla sua composizione: potrebbe essere costituita anche da  ipotetiche particelle comparse nei primi istanti dopo il Big Bang e che interagiscono solo debolmente con la materia visibile, mah le ipotesi sono tante. Quello che mi porta a pensare se la materia oscura è così diffusa nell’universo, allora è anche diffusa nella nostra casa comune la Terra, nella nostra società e nelle nostre teste? Sui giornali leggo delle rivolte nelle periferie delle grandi città francesi, raduni non autorizzati delle famiglie arcobaleno in Italia che occupano imponentemente  terreni infischiatosi  delle ordinanze e della salubrità ed il pericolo di incendi.

Questa materia oscura si avverte nella violenza verso le donne, nel livore delle persone sempre più piene di rabbia, dal pensiero dominante “maiunagioia”. Mi direte che sono problemi antichi e non di oggi, ma se penso a quanto scritto in premessa non dovremmo sorprenderci: se il Big Bang ha creato l’Universo e tutto ciò in esso contenuto, se c’è materia oscura nel cosmo, perché non dovrebbe essercene anche nel nostro organismo? Noi siamo parte dell’universo. (Giorgio Cortese)