La chiamano “subway shirt”, la maglietta o la camicia da metropolitana. Non è l’ennesimo trend estivo, ma il modo in cui sempre più ragazze giovanissime decidono di vestirsi per evitare problemi.
Si tratta di camicie e magliette oversize, spesso XXL, una sorta di “burka” occidentale volontario a cui adeguarsi per evitare sguardi famelici, commenti, apprezzamenti o peggio ancora aggressioni nei corridoi della metropolitana. E a peggiorare quello che è di per sé aberrante non resta che svelare il posto in cui tutto questo sta accadendo: New York.
Una delle città più libere e inclusive del mondo, dove nessuno si stupisce più di niente. Eppure, malgrado la fama di metropoli fra le più sicure d’America, a prova di turismo familiare, il tasso di crimini violenti in metropolitana si è letteralmente impennato dal 2019 in poi, come riporta un’inchiesta del “New York Times” corredata da un sondaggio realizzato sugli utilizzatori di mezzi pubblici, che ha svelato un 41% di persone meno disposte di un tempo a usare la metro, ed un altro 44% secondo cui fra vagoni, corridoi e fermate sotterranee è difficile sentirsi al sicuro.
Rilanciata da diversi video su “TikTok”, la subway shirt viene indossata poco prima di essere inghiottiti nei meandri della metro, per coprire camicette scollate, minigonne, short, jeans attillati o quant’altro. E da New York, il fenomeno è già approdato in altre grandi città, dove alla faccia della geografia certe cose non cambiano mai: sguardi quando va bene, commenti, palpeggiamenti e molestie nella maggior parte dei casi.
“Quando finisce l’inverno e cambiamo abbigliamento la gente si comporta come se non avesse mai visto prima una donna”, commentano sui social alcune giovanissime, aprendo un lungo elenco di frasi sentite con le proprie orecchie.
La questione sta arrovellando da settimane sociologi e le più raffinate menti americane, che malgrado i ragionamenti arrivano sempre alla stessa conclusione: in un mondo giusto non dovrebbe andare così, ma vivaddio, le ragazze hanno il diritto di preoccuparsi della propria incolumità scegliendo di indossare capi di abbigliamento che nascondono le forme.
In realtà, statisticamente esistono poche prove che molestie o aggressioni derivino da ciò che la vittima indossa, ma dati alla mano il “look a prova di istinti” pare funzioni.