Galleria fotografica

Nel 1966, quando i giornali di tutto il mondo bollano ancora come “capelloni” senza speranze i quattro Beatles e Gigliola Cinquetti stravince a Sanremo, un giovane ingegnere si mette al lavoro sul progetto fantascientifico: “l’utilizzo alternativo degli apparecchi televisivi”. Un’idea così futuribile da finire in un cassetto fino al 1972, quando la Atari fa debuttare sul mercato “Pong”, uno dei primissimi videogiochi della storia, che simula una partita di tennistavolo. È l’abc della videografica: uno schermo nero, un quadratino bianco a fungere da pallina, due barre al posto delle racchette. Si può giocare in due o contro il computer, che chiaramente ha il potere di rendere via via più complicata la partita.

Che Pong sia stato un successo lo confermano i 30milioni di pezzi venduti in tutto il mondo, mentre che il gioco abbia fatto la storia lo consacra la presenza di una consolle nientemeno che nelle sale del “MoMA” di New York.

Più di mezzo secolo dopo, qualcuno si è reso conto che il tenero e leggendario “Pong” potrebbe avere qualcosa da dire: ad esempio: cosa succederebbe se la pallina uscisse dal classico e limitato terreno di gioco? È questo il tema di “Qomp2”, videogame prodotto ancora dalla Atari e sviluppato da “Graphite Lab”, che ha scelto di non stravolgere il look primordiale di Pong costringendosi ad uno stile grafico minimal.

Rispetto al primo gioco, quello degli anni ’70, Qomp2 è in realtà una fuga attraverso 30 livelli e 4 ambientazioni diverse disseminate di nemici da superare e ostacoli da abbattere usando due tastini inediti: il primo per spostarsi, il secondo per accelerare.

“Sono passati più di 50 anni e il gameplay semplice e divertente di Pong affascina ancora i giocatori e gli sviluppatori - ha commentato Wade Rosen, ceo di Atari - con Qomp2, continua la narrazione creativa e riflessiva introdotta dal suo predecessore”. Qomp2 sarà disponibile dal prossimo anno per PC, le più diffuse consolle e i dispostivi mobili.