Quando le giornate si allungano e l’inverno batte in ritirata, arriva puntuale il cambio che ogni anno obbliga tutti a spostare in avanti di un’ora le lancette degli orologi.
Quest’anno, puntualmente, il cambio è previsto alle 2 della notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, con la conseguenza di dormire un’ora in meno e il piccolo regalo di giornate più lunghe con la luce naturale destinato a durare fino a domenica 26 ottobre.
Una piccola tortura che secondo gli esperti ha effetti negativi sulla salute ma benefici sui portafogli, che potrebbe essere evitata scegliendo di eliminare il cambio dell’ora semestrale, ma a cui pare che invece dovremo rassegnarci. Dopo 7 lunghi anni di dibattiti e incertezze, l’UE sembra aver definitivamente archiviato la proposta per l’impossibilità di mettere d’accordo i paesi membri, divisi fra chi voleva mantenere l’ora legale tutto l’anno e chi invece avrebbe preferito l’ora solare. Era però escluso il “liberi tutti”, che avrebbe creato confusione all’interno dei confini Europei con conseguenze nei trasporti, nelle comunicazioni e nelle attività transfrontaliere.
E dire che tutto era partito nel 2018, al termine di un sondaggio online in cui l’84% dei 4,6 milioni di europei che avevano si erano detti favorevoli all’abolizione. Come risposta, Bruxelles aveva inizialmente deciso di lasciare ai singoli Stati la possibilità di adottare in modo permanente a partire dal 2021 l’ora solare o quella legale, ma tutto si è arenato per mancanza di consenso.
Non è comunque escluso, precisano a Bruxelles, che in futuro il dibattito sia riaperto, anche per via di cambiamenti nelle politiche energetiche.
In effetti, la convenzione del cambio dell’ora era nata esattamente per un favorire il risparmio energetico in tempi di crisi, su una primissima idea di Benjamin Franklin, uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti che, nel corso di un soggiorno a Parigi, dalle pagine di un quotidiano aveva suggerito ai francesi di alzarsi un’ora prima per limitare il consumo delle candele. In realtà non parlava di spostare le lancette, ma criticava l’abitudine di dormire quando c’era luce e stare svegli quando era calato il buio.
L’idea di spostare l’ora si deve a George Vernon Hudson, un entomologo neozelandese che nel 1895 aveva presentato la proposta per sfruttare le ore di luce estive. In Italia la consuetudine è stata adottata per la prima volta il 10 giugno 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, per risparmiare carbone.