Chi vive nelle grandi città è al limite dell’esasperazione: i monopattini elettrici sono ovunque. Sfrecciano sui marciapiedi come nel traffico, a volte con più di una persona a bordo, e vengono abbandonati dove capita, senza pietà e senza nessun accenno a educazione e senso civico. Una giungla che sta tentando di risolvere la Commissione Trasporti della Camera, dove è in discussione in questi giorni un progetto di legge che prevede una “stretta” decisa, destinata a fare un po’ d’ordine dopo numerosi appelli.
Dopo quasi due anni dalla legge che dava il via libera in Italia alla fase di sperimentazione per la micromobilità elettrica, in attesa di una regolamentazione da inserire nel Codice della Strada, il DDL dovrebbe racchiudere numerose variazioni, a cominciare dal divieto di utilizzo per i minorenni, quindi l’obbligo a non superare i 20 km/h, il divieto di circolazione dopo il tramonto, l’obbligo del casco e del giubbotto catarifrangente.
Oltre che sulle piste ciclabili, i monopattini elettrici potranno circolare su strade urbane dove è in vigore il limite di velocità a 30 km/h, che per loro si abbassa a 20, e nelle aree pedonali, a non più di 6 km/h. Chiaro e perentorio il divieto assoluto di abbandonare i mezzi sui marciapiedi, con l’introduzione di sanzioni che possono arrivare al sequestro del monopattino.
Al momento si tratta, è bene ribadirlo, di semplici proposte attualmente in discussione, ma è fuori dubbio che la circolazione selvaggia ha ormai alzato la soglia di attenzione del governo, che intende rimettere ordine dove prima era pura anarchia.