Sushi, spostati. Secondo le previsioni degli esperti, il piatto tipico giapponese che spopola in Italia, sarebbe arrivato al capolinea. E i palati sempre più esterofili degli italiani avrebbero già individuato un degno sostituto: il “Gimbap”, specialità sempre di natali orientali, solo che dal Giappone sposta il baricentro verso la Corea del Sud, ormi epicentro mondiale di tecnologie e tendenze.
È giusto cominciare dal nome, diviso in “Gim”, che indica le alghe commestibili, e “bap”, il riso cotto. Un piatto che ha origini nei primi anni dell’Ottocento, durante l’occupazione della Corea, ma si è imposto a partire dagli anni Cinquanta come snack per picnic, feste di paese ed eventi sportivi. Di recente, da piatto povero per eccellenza è stato riscoperto dai ristoranti gourmet. Adare la spinta mondiale al Gimbap, una serie tv di “Netflix” ambientata in Corea del Sud: “Avvocata Woo”, dove la protagonista alterna udienze in tribunale al negozietto del padre, specializzato proprio in Gimbap.
Almeno all’apparenza, il Gimbap è un parente stretto del sushi: dei “roll” di riso e alghe essiccate farcito con verdure di ogni tipo, ma con l’aggiunta di striscioline di frittata, prosciutto e carne o pesce, a scelta. Per chi se ne intende, è proprio la lista degli ingredienti a mostrare l’attenzione e la venerazione dei sudcoreani verso il cibo, attentissimi a comprare, trattare e cucinare ingredienti così ricercati e raffinati da avere pochi eguali al mondo. Volendo approfondire la cucina sudcoreana, è da non perdere il “Kimchi”, piatto tipico a base di verdure fermentate e frutti di mare, o ancora il “Bulgogi”, fette di manzo marinate, surimi, tonno, radici di bardana e foglie di kkaennip, due piante tipiche del Paese.
Altrettanto sofisticata è la preparazione del Gimbap: le alghe vanno tostate a fuoco lentissimo, mentre il riso – da condire con poco sale e olio di semi di sesamo, e gli ingredienti del ripieno - sono saltati in padella. A cottura ultimata, il foglio d’alga viene disteso sul tappetino di bambù e coperto da un sottile strato di riso, disponendo gli ingredienti sulle estremità. Al termine, il foglio va arrotolato intorno ad un cilindro in legno, per poi essere tagliato da fette e servito.