“Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore”, diceva Pablo Neruda, ma è solo una delle infinite frasi e aforismi dedicate nel tempo alle pene d’amore, a quelle storie che fanno soffrire e a cui per essere davvero dimenticate serve tempo, tanto tempo.
Già, ma non per mettere fretta, però volendo fare i pignoli, esattamente quanto è necessario attendere prima di liberarsi di quei ricordi che friggono il cuore a fuoco lento? Per rispondere alla domanda, Jia Chong e Chris Fraley, due psicologi dell’Università dell’Illinois, hanno dato vita ad una ricerca su larga scala che ha coinvolto 328 volontari selezionando esclusivamente persone uscite da poco da una storia d’amore lunga almeno due anni.
Beh, meglio mettersi il cuore in pace, perché prima di dimenticare un ex partner che ha avuto un posto speciale nella propria vita affettiva, servono più o meno 8 anni dal momento della fine della relazione, anche se già dopo 4 il ricordo inizia ad affievolirsi.
Molto cambia, ovviamente, in base alla durata del rapporto e soprattutto al modo in cui si è chiuso, ma la parte più curiosa è che l’attaccamento ad una persona si sviluppa durante l’infanzia ed è destinato ad accompagnarci per il resto dell’esistenza. “Abbiamo notato che chi ha uno stile ansioso di attaccamento impiega più tempo per superare le relazioni precedenti - spiegano gli autori dello studio - un altro fattore rilevante è l’essere rimasti o meno in contatto con l’ex, perché questo ciò allunga il tempo necessario per tornare a considerarlo una persona come tante altre”.
Ed è curioso il risvolto che manda in soffitta il principio di “chiodo schiaccia chiodo”, ovvero imbarcarsi in una nuova relazione per dimenticare più fretta quella precedente, sforzo che secondo la ricerca non toglie nulla al ricordo e alla malinconia. Altrettanto smentita ne esce la leggenda secondo cui le donne siano più veloci a dimenticare rispetto agli uomini: “La letteratura scientifica suggerisce che gli uomini mantengano una visione più positiva dell’ex di quanto facciano le donne. Ma questo, nel nostro studio, non influisce sul tempo necessario per superare l’attrazione per l’ex: il coinvolgimento che si continua a provare anche dopo la fine di una relazione non è fatto solo di aspetti valutativi, ma anche e soprattutto di legami affettivi. Sono questi a far sì che, anche se alla fine tendiamo a diventare indifferenti agli ex partner, il deterioramento del legame abbia bisogno di così tanti anni per completarsi. Il fatto che il nuovo studio evidenzi come il rimanere in contatto con un ex partner renda più difficile vederlo come una persona qualsiasi è in linea con quanto è emerso in una nostra ricerca sul valore affettivo di un’altra forma di “contatto”, in questo caso virtuale, con l’ex partner, ovvero ciò che possediamo digitalmente, come foto o messaggi relativi alle vecchie relazioni: il numero telefonico dell’ex che ci capita davanti agli occhi mentre scorriamo la rubrica sullo smartphone, o una sua foto in cui ci imbattiamo mentre usiamo i social media, sono stimoli che possono riaccendere la fiammella di un amore mai davvero del tutto sopito. Allungando ogni volta il tempo necessario ad affrancarsi dal peso emotivo di una relazione finita. Questo fenomeno è particolarmente attuale per via del grande numero di stimoli digitali che oggi abbiamo a disposizione: prima dell’avvento di questi strumenti, il ricordo dell’ex era quasi sempre un fatto mentale, oggi invece i ricordi non sono memorizzati soltanto internamente, li esternalizziamo e conserviamo in spazi virtuali offerti dalla tecnologia, e questi agiscono da vere e proprie estensioni della memoria. Una volta era molto più difficile imbattersi senza volerlo in qualcosa che risvegliasse il ricordo dell’ex”.
L’unica soluzione possibile? Cancellare tutto, come consigliano gli autori dello studio, anche se con una precisione doverosa: “Abbiamo riscontrato un dettaglio curioso: gli individui che, contemporaneamente, cancellano e conservano molte foto e messaggi – e che quindi curano molto selettivamente l’eredità digitale di una precedente relazione – tendono a mostrare una minore capacità di superarne il peso emotivo. Perché rimuovendo i ricordi digitali meno gratificanti – come una foto in cui l’ex esprime indifferenza o fastidio – e conservando invece con cura quelli migliori, di fatto alimentano ancora di più l’effetto nostalgia. Così il distacco diventa più difficile”.