Secondo le statistiche dell’EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction), l’Italia è il terzo Paese europeo per consumo di cocaina, dopo Danimarca e Spagna. Un mercato inarrestabile, valutato nel 2019 dal World Drug Report in un bacino di 20 milioni di persone, di cui 2,3 milioni rappresentati da giovani fra i 15 ed i 34 anni che hanno sniffato cocaina almeno una volta nell’anno. Secondo il “National Institute on Drug Abuse” statunitense, un consumatore di cocaina su quattro sviluppa la dipendenza, e solo uno su cinque riesce a smettere con le proprie forze.
Ma dove la giustizia, gli appelli, le campagne di prevenzione e i sequestri si fermano, incapaci da soli di bloccare uno dei mercati più ricchi e floridi al mondo, può arrivare la scienza. Un team di scienziati dell’Università Minas Gerais di Belo Horizonte, in Brasile, sta studiando quella che si annuncia come una vera rivoluzione epocale: un vaccino contro la dipendenza di crack e cocaina.
Ribattezzato “Calixcoca”, il vaccino (già premiato agli Euro Health Innovation Awards), agisce sull’organismo impedendo agli effetti delle droghe di raggiungere il cervello, eliminando gli effetti dell’astinenza e soprattutto quelli della dipendenza, così difficili da superare e fino ad oggi senza alcun rimedio farmacologico, ma con terapie che includono consulenze psicologiche, assistenza sociale e lunghe fasi di riabilitazione.
Il vaccino agirebbe sul sistema immunitario e sul rilascio di anticorpi che aggrediscono le molecole di cocaina nel sangue ingrandendole fino a renderle troppo grandi per riuscire a raggiungere la barriera ematoencefalica, dove aumentano la concentrazione di dopamina che accresce le sensazioni di piacevolezza alla base dell’uso di droghe. Va da sé che eliminando lo “sballo”, ovvero la percezione di euforia e benessere, assumere cocaina e crack diventerebbe pressoché inutile.
Il vaccino, in più, impedendo alle molecole degli stupefacenti di agire sul cuore e le arterie, sarebbe anche in grado di ridurre il rischio di overdose e di proteggere i bambini di donne tossicodipendenti in gravidanza.
La cura, affermano gli scienziati brasiliani, è destinata principalmente ai tossicodipendenti che attraversano le fasi critiche del recupero, quelle in cui le ricadute sono più facili e frequenti, specie al termine delle terapie di disintossicazione.
Al momento, lo studio si è fermato ad una fase di sperimentazione sugli animali, dove ha confermato l’efficacia: a breve dovrebbe iniziare il trial sugli esseri umani, forte di oltre 3.000 volontari che hanno fatto richiesta di poter essere fra i primi a sottoporsi al vaccino.
In un comunicato stampa diffuso dal team di scienziati, il professor Federico Garcia, responsabile del progetto, afferma: “Sappiamo quanto sia difficile avere a casa una persona tossicodipendente e quanto sia doloroso per chi è affetto da dipendenza dover affrontare il bivio del fare o meno uso di droghe e quanto sia ancora più difficile per una donna incinta tossicodipendente proteggere il suo feto e affrontare il dolore dell’astinenza. Ci siamo dati questa missione i risultati ottenuti finora rappresentano una grande vittoria per la comunità di ricerca dell’UFMG e per la scienza brasiliana. Calixcoca porta speranza presentandosi come un'importante cura alternativa ai farmaci. La strada per completare tutte le fase di sviluppo del vaccino è ancora lunga”.