“Atención, entra usted en una zona de bajas emisiones”: così recita un nuovo cartello che sta comparendo in queste settimane nelle maggiori città spagnole. Ma è molto più di un semplice cartello stradale, è una sorta di rivoluzione epocale che segna il primo Paese al mondo ad inserire la lotta ai cambiamenti climatici nel proprio codice della strada.
Il nuovo cartello, voluto dalla “DGT” (Dirección General de Tráfico), mostra in modo inequivocabile un’auto stilizzata dal cui scarico escono sostanze inquinanti e per adesso si aggiunge al resto della segnaletica stradale in 149 città con più di 50mila abitanti.
Il cartello indica che a tutti i veicoli a motore è proibito entrare nell'area delimitata, eccetto quelli con un adesivo ambientale che rientri in tre casi: “Zero”, “ECO” e “C”. L’etichetta “Zero” è per i veicoli elettrici a batteria (BEV), i veicoli elettrici a gamma estesa (REEV) e gli ibridi plug-in (PHEV) con un’autonomia minima di 40 km. L’adesivo “ECO” è assegnato ai veicoli elettrici plug-in con autonomia inferiore a 40 km e per gli ibridi non plug-in. A questi vanno aggiunti i veicoli alimentati a gas naturale e GPL. Per finire con il “C”, riservato ai veicoli a benzina immatricolati dal 2006 e i diesel da settembre 2015.
L’obiettivo principale del nuovo cartello è quello di ridurre il tasso di inquinamento nelle grandi città impedendo l’ingresso alle auto più inquinanti: in cado di mancato rispetto, i conducenti dei modelli non conformi saranno punibili con sanzioni che partono da 200 euro per arrivare a 6.000.
Nel varare la rivoluzione ambientale del traffico, la DGT ha ricordato che l’UE incoraggia i governi a definire progetti per rendere le città più sane e sicure. E il nuovo cartello è in linea con gli obiettivi della legge sul cambiamento climatico, entrata in vigore nel Paese iberico il 22 maggio del 2021. L’obiettivo è che entro il 2023 tutti i comuni spagnoli con popolazione superiore a 50.000 abitanti abbiano almeno una zona ZBE all’interno dell’area urbana che limiti l'accesso ai veicoli più inquinanti. Lo stesso varrà per i comuni con più di 20.000 abitanti che non rispettano gli standard di qualità dell’aria.
Al pari di altri grandi città europee come Berlino, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Vienna e Atene, anche a Madrid e Barcellona esistono già da tempo zone a basse emissioni in cui i veicoli a motore sono vietati, anche se finora non esisteva una definizione unica di quanto spazio dovrebbero occupare, quali veicoli siano esclusi dalle restrizioni o come controllare l’accesso.