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CIRIE’ - Nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta. E' una frase di Ugo Foscolo ed è perfetta per l’indimenticata Barbara Di Dodo, che ha affidato la sua eredità culturale e spirituale all’emozionante romanzo «Gambe Frèide». Il libro sarà presentato sabato 8 marzo alle 17 al salone Bossetto, in via Matteotti 16, a Ciriè. Parte del ricavato della sua vendita verrà devoluto alla Cooperativa Sociale Fiordaliso di Cuneo, che gestisce progetti di accoglienza per donne e minori che vogliono ricostruirsi una vita dopo un vissuto di violenza domestica.

Nata a Torino il 18 settembre 1960, Barbara Di Dodo, laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha vissuto e lavorato come insegnante di lingua inglese in varie scuole secondarie superiori. Gambe Frèide, pubblicato da Baima e Ronchetti di Castellamonte, è comparso nelle librerie praticamente a un anno di distanza dalla scomparsa dell’autrice, avvenuta il 9 ottobre 2023. La raccolta di questo e altri suoi scritti (in particolare un libretto di poesie già ripubblicato con il medesimo editore) è un gesto di affetto e di amore da parte delle persone che le hanno voluto bene, per la sua grande umanità e dolcezza. Rendere accessibile ad altri, rendere patrimonio comune, la sensibilità presente nel suo narrare per le tematiche ambientali e di giustizia sociale, è stato per loro un semplice atto dovuto.

Barbara era tra i partecipanti della manifestazione a sostegno della sanità pubblica, svoltasi a Torino il 27 maggio 2023. La percorse per intero, nei due sensi, con evidenti segni di stanchezza, pochi giorni prima di scoprire che cosa stava minando il suo organismo. Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 2023 scriveva la sua ultima poesia sulla barella del pronto soccorso dell’ospedale Molinette di Torino e in data 7 settembre veniva trasferita presso l’Hospice della Faro in Strada San Vito, dove si è spenta il 9 ottobre successivo.

A cogliere l’eredità di quella che è stata da loro definita «la nostra scrittrice» si distingue oggi un nucleo di donne che si riunisce periodicamente sin dal 1982. Si tratta di un gruppo aggregatosi all’Università di Torino sotto la guida di una docente, Anna Chiarloni (che di Gambe Frèide ha redatto la prefazione), per lavorare e studiare sui temi della narrativa delle donne. Esperienza nata con le cosiddette 150 ore: uno strumento contrattuale che consentiva la fruizione di permessi retribuiti durante l’orario di lavoro per frequentare corsi di studio. Risultò utile all’intero paese in quanto consentì a lavoratrici e lavoratori di tornare a studiare e di accedere così a vari livelli d’istruzione, al fine di migliorare il livello di scolarità generale e il bagaglio culturale personale dei singoli. La pubblicazione del libro oltre a essere il parto di una mente fertile, con una capacità di scrittura gradevole e con forti contenuti di solidarietà umana e sociale, per certi versi è anche il segno di un’amicizia nata durante il corso e durata per oltre 40 anni su temi che coinvolgono le donne (e non solo le donne) e il motore inesauribile di una campagna solidale, che ha portato, prima della Cooperativa Sociale Fiordaliso di Cuneo, ad aiutare anche altre realtà, come la Faro stessa.