CASTELLAMONTE - E’ tutto pronto a Castellamonte per il secondo evento nell’ambito delle celebrazioni dell’80° anniversario della Liberazione organizzate dall’assessorato alla cultura e dal Consiglio di biblioteca, in collaborazione con l’Anpi e la Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti. Venerdì 4 aprile alle ore 21 al Centro congressi «Piero Martinetti» si terrà la presentazione del «Diario di prigionia – 1943/1945» del castellamontese ed internato militare italiano, Renzo Forma. Il volume è a cura di Valentina Altopiedi ed Attilio Perotti.
«La pubblicazione del Diario di prigionia di Renzo Forma, noto principalmente per avere ricoperto la carica di senatore della Repubblica per ben sei legislature, si concretizza nel ventennale dalla sua scomparsa – spiegano dal Comune e dalla Biblioteca di Castellamonte - Le parole che il sottotenente Forma volle affidare al suo taccuino consentono di misurare la drammatica esperienza degli Internati Militari Italiani, sottratti contro la loro volontà all’impegno della difesa della Patria nel contesto della Seconda Guerra Mondiale». L’Amministrazione comunale di Castellamonte si è fatta promotrice della creazione di un comitato che si dedicasse all’importante ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Insieme all’assessorato alla cultura ne fanno parte il Consiglio di biblioteca, la sezione castellamontese dell’Anpi, la Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti ONLUS e, a vario titolo, diverse insegnanti e professoresse delle scuole cittadine.
«Su proposta del presidente del Consiglio di biblioteca, il professor Attilio Perotti, si è pensato fosse importante racchiudere in una pubblicazione una testimonianza diretta di quegli anni – puntualizzano i promotori dell’evento - Scelte analoghe vennero infatti operate dalle precedenti amministrazioni con le pubblicazioni nel 1961 di “Acthung Bandengefahr!” e nel 1995 di “Cinquant'anni fa: per non dimenticare. Diari e ricordi del tempo di guerra”. Il Comitato si è proposto di conseguire essenzialmente due obiettivi: il primo è quella di ribadire come il fenomeno degli I.M.I. sia legittimamente inquadrabile nel più ampio ambito della Resistenza, visto il loro deciso rifiuto, dopo l’8 settembre 1943, a collaborare con le forze nazifasciste, scelta che molti pagarono con la vita. Il secondo è la trasmissione di una testimonianza diretta soprattutto ai giovani, e, nello specifico, agli studenti delle nostre Scuole. Essi sono stati individuati dall’Amministrazione e dal Comitato come i primi destinatari di questo Diario, per esortarli a riflettere ed approfondire il significato di una esperienza assai complessa. Una base, almeno nelle intenzioni, per progetti futuri e soprattutto uno stimolo per agire in modo tale che quel passato terribile non abbia a ripetersi».