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CASTELLAMONTE - L’associazione culturale Terra Mia, assieme al Comune di Castellamonte e alla Facoltà di educazione religiosa della statunitense Brigham Young University di Provo (in Utah) organizza per i giorni 28, 29 e 30 marzo una serie di eventi e conferenze tra Torino e Castellamonte dedicati alla memoria di Antonio Lebolo, archeologo ottocentesco. Con questa iniziativa il sodalizio, presieduto da Emilio Champagne, vuole ricordare un illustre canavesano, che giocò un ruolo importante nella nascita del Museo Egizio di Torino, ma che è stato a lungo dimenticato nella sua terra d’origine. A tenere vivo il ricordo di Lebolo dopo la morte è stata infatti soprattutto La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, nell’istituzione della quale il canavesano diede inconsapevolmente il proprio contributo.

Si tratta di un evento importante per il nostro territorio. Un iniziativa dal respiro internazionale. L'occasione giusta, colta dall'associazione Terra Mia, per riscoprire e ricostruite le vicende del castellamontese, Antonio Lebolo. Proprio come già fatto in passato dal sodalizio, con successo, per Alessandro Borella. Il programma della Commemorazione è stato presentato venerdì 14 marzo a palazzo Antonelli alla presenza dell'assessore alla cultura, Claudio Bethaz, del capogruppo di maggioranza consiliare, Alessandro Musso, dell'artista e ceramista Maria Teresa Rosa, dei componenti di Terra Mia, di Sergio Griffa, direttore delle comunicazioni per il Piemonte e la Liguria della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, e di altri rappresentanti della Brigham Young University. L'evento si svilupperà in tre giorni. Il 28 marzo è previsto un primo incontro degli organizzatori al Museo Egizio di Torino, cui farà seguito una visita guidata. Il 29 sarà la volta di Castellamonte: nel corso della mattinata verranno inaugurate una stele alla memoria di Lebolo nel piazzale lui intitolato e una targa posta sulla sua casa natale. Culmine della giornata sarà poi il convegno internazionale, tenuto a partire dalle 15.30 al Centro Convegni Piero Martinetti, moderato dalla giornalista scientifica Silvia Rosa-Brusin. Tra i relatori, l’egittologa Laura Donatelli, l’archeologa Cristina Ghiringhello e gli ospiti statunitensi Richard Bennett e Kerry Muhlestein, ambedue docenti presso la Brigham Young University. A concludere l'iniziativa sarà, nel pomeriggio del 30, un incontro a Torino a partecipazione libera con le autorità de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, tra le quali il vescovo del Rione di Torino I Roberto Iannone, con la delegazione della Brigham Young University e del Comitato Interfedi di Torino, presieduto da Valentino Castellani.

Antonio Lebolo (1781-1830), originario di Castellamonte, fu un importante ricercatore di antichità egizie. Dopo l'avventura napoleonica, si stabilì in Egitto, dove divenne collaboratore di Bernardino Drovetti. Lebolo contribuì in modo significativo alla formazione della collezione del Museo Egizio di Torino, soprattutto grazie alle sue ricerche sul sito dell’antica Tebe. Nel 1835 Joseph Smith, uno degli istitutori de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, avrebbe secondo la tradizione identificato tra alcuni papiri rinvenuti da Lebolo gli scritti di Abrahamo: questa scoperta gli ispirò la costituzione del Libro di Abrahamo, oggi parte delle opere canoniche della Chiesa. La stele che sarà dedicata al ricercatore di antichità egizie, si compone di due elementi: un altorilievo in terra rossa di Castellamonte, realizzato dalla ceramista Maria Teresa Rosa, applicato su una stele in pietra donata dalla ditta Tomaino Graniti srl. L’altorilievo ritrae Lebolo vestito alla maniera egiziana, così come compare in una stampa dell’epoca. Nella mano stringe uno dei papiri da lui riportati alla luce nel corso dei suoi scavi e successivamente venduti a La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Sullo sfondo una serie di elementi richiama il suo soggiorno egiziano: un obelisco e un tempio, che rappresentano i suoi scavi a Luxor, e una piramide. A fianco della stele è infine posto un pannello illustrativo bilingue, nel quale si ripercorre la storia di Lebolo e il suo impatto.