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BOLLENGO - Il 9 aprile è stato presentato il libro di Andrea Sicco «Una vita a rete, Vittorio Crotta: l'uomo, lo sport» dedicato al tennista di Ivrea e ai suoi eccellenti risultati, anche a livello internazionale. All’evento hanno partecipato don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e di Libera, lo stesso Vittorio Crotta, Gian Carlo Caselli, Girardelli e tanti altri campioni e campionesse del tennis. Andrea Sicco descrive così il suo romanzo: «Non si tratta di una biografia, ma un ritratto dello sportivo e dell’uomo, attraverso una ricca galleria di immagini e di testimonianze di molte persone che hanno condiviso con lui un pezzo di vita, professionale e umana».

Il sindaco di Bollengo, Luigi Sergio Ricca, ha dato la sua disponibilità per ospitare la presentazione del volume: «Sono orgoglioso, in questo modo, di dare il giusto riconoscimento ad una persona che, dopo il grande lavoro compiuto in tutto il mondo come tecnico del tennis, ha restituito sul nostro territorio le sue capacità e i suoi valori. Ha coinvolto migliaia di bambini in un percorso educativo importante. Sono onorato di essere stato, insieme ad Andrea Sicco, a don Luigi Ciotti e la sua associazione Libera, al circolo del tennis di Ivrea, al comune di Bollengo e ad altri comuni, uno dei soci fondatori dell'associazione "Il testimone ai testimoni". Insieme alla "Staffetta della legalità" cerchiamo di trasmettere ai giovani i valori che saranno il timone della loro vita. Devo ringraziare Victor: ho capito come lo sport possa essere uno strumento utile per veicolare messaggi positivi».

Vittorio «Victor» Crotta è nato a Ivrea il 12 aprile 1946: fin da piccolo è sempre stato uno sportivo, con doti calcistiche e tennistiche, ma il colpo di fulmine con pallina e racchetta è avvenuto in un torneo quando aveva 14 anni. Da qui Crotta prende il volo: prima categoria, nazionale juniores, azzurro in Coppa Davis, Internazionali d’Australia, Roland Garros, fino a ricoprire il ruolo di capitano non giocatore della squadra italiana di Coppa Davis. Dopo l’attività sportiva e dirigenziale si è dedicato al giornalismo con la Rai e la rivista «Tennis italiano», tornando poi nella sua città per svolgere attività sociali ed educative per le nuove generazioni.