SAN CARLO CANAVESE - Erika Colombatto, giovane mamma di 23 anni di San Carlo Canavese, non si sentiva più a suo agio con il proprio corpo dopo la gravidanza. I chili in più la facevano sentire male, tanto da spingerla a sottoporsi a un intervento di riduzione dello stomaco alla clinica di Ponte San Pietro (Bergamo). Era il quarto intervento di un percorso iniziato mesi prima.
Il 26 luglio 2017, purtroppo, qualcosa andò storto. Il referto medico attribuì il decesso a un arresto cardiaco. Dopo anni di battaglie, il padre della giovane, Sergio Colombatto, ha ottenuto un risarcimento di 600 mila euro in sede civile, anche se i quattro medici della clinica accusati di omicidio colposo sono stati assolti nel processo penale.
Erika aveva deciso di operarsi anche a causa delle discriminazioni subite. Il padre ha raccontato il dramma della figlia e denunciato quanto accaduto. Secondo lui, sarebbe bastato intubarla correttamente per evitare l’embolia gassosa polmonare causata dall’anestesia. L’intervento per la rimozione di un tutore si rivelò fatale, e il cuore di Erika smise di battere.