L'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente fa sul serio. Oggi partirà l'esposto contro don Luciano Bardesono, il parroco di Ozegna, Lusigliè e Ciconio, rimasto vittima di un incidente, la scorsa settimana, mentre andava a caccia. L'associazione animalista è convinta che il sacerdote utilizzasse le offerte dei fedeli per pagarsi gli hobby, caccia compresa. Così dopo gli insulti su Facebook all'indirizzo del prete (qualcuno gli ha anche augurato di fare una brutta fine perchè è un cacciatore) adesso partirà anche una denuncia.
L'associazione lo ha confermato ieri sul proprio blog.
«Nei giorni scorsi era andato a caccia, ma una rovinosa caduta lo ha costretto ad un ricovero in ospedale e da qui sono iniziati I suoi guai. Stiamo parlando di don Luciano Bardesono parroco di Ozegna, 76 anni, noto cacciatore. Dopo quanto accaduto l'AIDAA ha raccolto alcune testimonianze che mettono in luce come il parroco per pagarsi la annuale licenza di caccia utilizzi I soldi delle elemosine raccolte in chiesa ed in particolare pare che per pagarsi la licenza di caccia don Bardesono utilizzi I soldi delle offerte per I poveri. Da qui la decisione di presentare un esposto alla procura di Torino al fine di far luce sulla vicenda. Esposto nel quale si ipotizza il reato di truffa ai danni dei fedeli. «Noi - dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA e firmatario dell'esposto - vogliamo vederci chiaro, e sopratutto vogliamo sapere se I soldi raccolti per I poverelli vengono usati per la licenza di uccidere altre creature di Dio. Scriveremo comunque anche una lettera al vescovo dai cui dipende la parrocchia di Ozegna- conclude Croce- per segnalare l'accaduto».
Questo il testo dell'esposto presentato per truffa.
«Io sottoscritto Lorenzo Croce nella mia qualità di presidente nazionale dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente – AIDAA con sede legale in via Roma 62 a Pregnana Milanese mi rivolgo a codesta procura per esporre quanto segue:
In data odierna vengo informato che il sacerdote don Luciano Bardesono parroco di Ozegna, nella giornata di mercoledi era uscito di casa per andare a caccia, ma è stato vittima di una rovinosa caduta che lo ha costretto al ricovero in ospedale.
Da ulteriori ricerche ho appurato che lo stesso parroco versa regolarmente la quota per il permesso annuale di caccia, e che la stessa viene pagata coi proventi della raccolta delle elemosine in chiesa e stando a quanto ci è stato riferito in particolare questa licenza di caccia viene pagata coi soldi raccolti per le famiglie bisognose.
Si evince chiaramente un reato di truffa ai sensi dell'articolo 640 del codice penale nei cronfronti dei fedeli che versano gli oboli perchè vengano destinati alle persone povere, mentre invece con gli stessi il parroco paga la quota della licenza di caccia. Si chiede dunque che questa procura effettui gli accertamenti di legge e provveda a mandare a giudizio il parroco per il reato di truffa».