Due mesi fa, il 14 gennaio, partivano a Castellamonte le ricerche di Gloria Rosboch. Nessuna poteva immaginare che ogni sforzo profuso da carabinieri e vigili del fuoco in quella direzione, sarebbe stato del tutto inutile. Nessuno poteva immaginare, nell'immediatezza della denuncia presentata dalla cugina Raffaella, che la povera professoressa, una volta uscita di casa, era stata uccisa. A distanza di due mesi il caso è quasi del tutto risolto. Restano ancora alcuni pezzi del puzzle da incastrare. I carabinieri del Ris di Parma stanno analizzando 88 reperti recuperati tra le auto in dotazione a Roberto Obert e le abitazioni in uso a Gabriele Defilippi e alla madre Caterina Abbattista. Tutti e tre sono in carcere per l'omicidio della professoressa Gloria Rosboch.
Questa mattina riprenderanno a Rocca Canavese e Barbania le ricerche della pistola che lo stesso Obert, 54 anni di Forno Canavese, avrebbe nascosto nei boschi dopo che l'amante-complice, Gabriele Defilippi, 22 anni di Gassino, ex allievo della prof, avrebbe avuto la necessità di farla sparire. Non perchè l'arma fosse stata utilizzata per il delitto della Rosboch. Quanto perchè la mamma di quest'ultima, a conoscenza dell'arma, avrebbe prima o poi raccontato della sua esistenza anche ai carabinieri. Cosa che è puntualmente avvenuta.
Intanto l'altra mattina, dal carcere torinese delle Vallette dove è rinchiuso, Gabriele Defilippi, che forse ha realizzato di essere molto vicino a una condanna all'ergastolo, ha chiesto di incontrare al più presto il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando. Forse vuole raccontare gli ultimi dettagli sui quali ancora i carabinieri e la procura stanno indagando. A partire dal coinvolgimento di un eventuale quarto complice e dalle posizioni di alcune donne (compresa la madre) che erano certamente al corrente della truffa da 187 mila euro che Gabriele ha messo a segno ai danni di Gloria Rosboch. Tra mercoledì e giovedì il procuratore Ferrando dovrebbe interrogare sia Defilippi che gli altri due arrestati per l'omicidio.