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Sono 150 i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, da ieri impegnati sull’intero territorio nazionale in una vasta operazione volta a smantellare una delle più grosse organizzazioni di narcotrafficanti presenti in Italia, con base operativa in provincia di Torino ed importanti ramificazioni nelle province di Milano e Reggio Calabria, che, attraverso uno strutturato traffico internazionale di stupefacenti, organizzava imponenti spedizioni di cocaina dal Sudamerica garantendo, in questo modo, cospicue e costanti forniture per le cosche di ’ndrangheta operanti in Piemonte, Lombardia e Calabria.
 
L’operazione ha portato all’esecuzione, da parte dei Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 esponenti del sodalizio criminale. Otto persone sono state tratte in arresto, di cui sette in Italia, tra le province di Torino, Milano e Reggio Calabria, ed una in Portogallo, con la collaborazione della polizia giudiziaria lusitana, mentre per 7 indagati, di cui tre di nazionalità brasiliana, sono tuttora in corso le ricerche volte al loro rintraccio anche all’estero.
 
In particolare, le Fiamme Gialle sono riuscite a ricostruire, in maniera analitica, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, le rotte delle ingenti partite di droga destinate in Italia, che hanno interessato Brasile, Perù, Spagna e Portogallo. All’esito delle investigazioni, è emerso che l’organizzazione delinquenziale, in soli cinque mesi, è riuscita ad importare dall’America Latina circa una tonnellata di cocaina purissima. La droga sequestrata, una volta tagliata ed immessa sul mercato al dettaglio, avrebbe fruttato ai criminali circa 35 milioni di euro. 
 
AI vertice dell’associazione per delinquere, gerarchicamente organizzata, A.N., 57enne di origine calabrese, residente a San Giusto Canavese, ma attualmente latitante all’estero, il quale, grazie a contatti diretti intrattenuti, da un lato con produttori e narcotrafficanti sudamericani e dall’altro con elementi di spicco della ‘ndrangheta operanti in Italia, è riuscito, ponendosi come referente affidabile e competitivo per le altre organizzazioni criminali operanti sul territorio, ad organizzare, insieme alla moglie, ai due figli ed a taluni uomini di fiducia, le consistenti importazioni di cocaina utilizzando container stivati a bordo di navi mercantili. 
 
Le imbarcazioni, dopo aver toccato i porti dell’Africa e della Spagna, giungevano nel porto di Gioia Tauro (RC), dove alcuni membri dell’organizzazione, contigui alla famiglia ’ndranghetista dei “Pesce” di Rosarno (RC), si occupavano del recupero del carico e del successivo frazionamento di ciascuna partita di droga (in genere, da 100 o 200 kg) tra le ’ndrine operanti in Piemonte (locale di Volpiano), Lombardia (locale di Trezzano Sul Naviglio - Buccinasco) e Calabria (le famiglie di Platì e Rosarno). Il capo del sodalizio è già ricercato poiché colpito da mandato di arresto europeo in relazione ad una precedente condanna, ad oltre 13 anni di reclusione, inflitta dalla Corte di Appello di Torino per traffico internazionale di droga. Tuttavia, nel corso del procedimento penale per la consegna all’Italia dell’arrestato, quest’ultimo, rimesso in libertà in attesa della definizione delle procedure, si è dato alla fuga, risultando tuttora latitante.
 
Nel corso dell’intervento sono state eseguite numerose perquisizioni, sia locali sia domiciliari, a seguito delle quali sono stati rinvenuti e sequestrati circa 4.000.000 di euro in denaro contante, il “tesoro” dell’organizzazione, verosimilmente costituito dai profitti derivanti dal traffico di droga, abilmente sotterrato nel giardino della lussuosa villa di famiglia del capo dell’associazione per delinquere, ubicata a San Giusto Canavese (TO), 26 Rolex, unitamente ad altri orologi di pregio, gioielli e preziosi. Il valore complessivo dei beni mobili ed immobili cautelati è di circa 8 milioni di euro.