Dieci anni di carcere in primo grado. Dieci anni di carcere in appello. La procura di Torino ha chiesto la conferma della condanna per Nevio Coral, ex sindaco di Leini (Comune sciolto per infiltrazioni mafiose), considerato l'anello di congiunzione tra la politica locale e i vari gruppo dell'ndrangheta in azione nella provincia di Torino. Nessuno sconto nel processo d'Appello dell'operazione Minotauro. Anzi, il procuratore generale Antonio Malagnino ha scelto la mano pesante.
I giudici contestano all'ex primo cittadino di Leini di aver intrattenuto rapporti con esponenti locali della ‘ndrangheta durante sette consultazioni elettorali, tra il 2004 e il 2011, nel corso delle quali ha chiesto aiuto per favorire l’elezione di se stesso, del figlio Ivano e della nuora, l’ex assessore regionale Caterina Ferrero. Secondo i giudici, Coral «si è avvalso dell’appoggio dell’organizzazione criminale per portare avanti il suo piano di conquista politica per sé e per la sua famiglia, attraverso un atteggiamento di estrema gravità perché incide sulla vita pubblica e sul corretto funzionamento dello Stato».
Come detto la mano pesante non ha riguardato solo Nevio Coral. La procura ha chiesto 15 anni di reclusione per Rosario Marando, assolto in primo grado e arrestato pochi giorni fa a Roma per sequestro di persona. Per Antonino Occhiuto, condannato a 4 anni e 6 mesi in primo grado, l'accusa in Appello ha chiesto 16 anni di carcere. In primo grado sono state comminate pene per 266 anni di carcere a carico di 74 imputati.