Sono tre i rappresentanti di commercio delle vendite col sistema del "Porta a Porta", da cui il nome dell'operazione condotta dai carabinieri della stazione di Neive della compagnia di Alba, finiti ai domiciliari per truffa aggravata, estorsione e circonvenzione d'incapace. E' il culmine di una complessa ed articolata indagine, condotta a tutela delle fasce deboli, iniziata a febbraio 2014 che ha riguardato le province di Cuneo, Torino, Aosta, Biella e Novara, dalle rivelazioni fatte ai carabinieri del direttore di una banca di Neive allarmato dagli anomali prelievi di una sua cliente. La donna, una vedova operatrice scolastica in pensione, ormai da tempo era in balia di spregiudicati venditori che le avevano prosciugato il conto corrente dai risparmi di una vita di lavoro obbligandola a richiedere un finanziamento per potersi permettere nuovi acquisti di mobili, elettrodomestici e casalinghi, del tutto inutili.
Dalle indagini dei carabinieri di Neive è emerso un quadro sconcertante. I venditori, senza scrupoli, individuavano i loro acquirenti tra anziani soli o soggetti con deficit psichici particolarmente vulnerabili. Dopo avere instaurato con loro un rapporto di fiducia, diventavano però molto minacciosi ed aggressivi costringendoli a sottoscrivere contratti d'acquisto di beni del tutto inutili ed a prezzi accuratamente gonfiati. Non sono stati rari i casi in cui i venditori minacciavano le vittime spacciandosi falsamente per avvocati o falsi funzionarti dell'Agenzia delle Entrate, tutto col mero intento di estorcere sempre più danaro alle vittime, talvolta accompagnandole a prelevare i soldi agli sportelli bancomat.
I carabinieri sono così riusciti a raccogliere gravi indizi sul conto del gruppo criminale a cui hanno ricondotto varie truffe ed estorsioni commesse ai danni di sei vittime sino ad ora, con un ingiusto profitto di oltre 150 mila euro. Una delle vittime è residente a Ivrea. Il sostituto procuratore della Repubblica di Asti, Delia Boschetto, che ha coordinato le indagini, ha richiesto ed ottenuto dal gip del tribunale di Asti la misura cautelare degli arresti domiciliari a loro carico. Una seconda ordinanza di custodia cautelare è stata poi emessa anche dal gip di Biella agli stessi indagati.
I tre rappresentanti finiti ai domiciliari sono: M.M. 41enne di Biella, F.C. 27enne di Cavaglià (BI) ed M.M. 28enne di Viverone (BI), tutti agenti di commercio in una società bresciana, specializzata in telemarketing e vendita "porta a porta" di accessori per la casa e per il benessere della persona risultata del tutto estranea all'attività criminosa. Le indagini non sono affatto concluse: i carabinieri invitano eventuali altre persone, che si riconoscessero vittime di raggiri analoghi a presentarsi in caserma per sporgere denuncia.