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IVREA - Una donna di 85 anni è morta di covid dopo essere stata investita sulle strisce pedonali. Il decesso è avvenuto 17 giorni dopo l'incidente, mentre era ricoverata all'ospedale di Ivrea. Nonostante le ferite riportate - un trauma cranico e una grave compromissione della mobilità - il giudice del tribunale eporediese ha assolto l'automobilista coinvolto. Secondo la sentenza, il fatto non sussiste.

I fatti risalgono al dicembre 2020 e al gennaio 2021. La procura di Ivrea aveva inizialmente ipotizzato un caso di omicidio colposo stradale, basandosi su una consulenza medica che suggeriva un possibile collegamento tra le lesioni dell’incidente e la vulnerabilità all’infezione da covid. Il punto centrale era se la donna fosse diventata tetraplegica, condizione che aumenta il rischio di infezioni respiratorie. Tuttavia, la difesa ha sostenuto che si trattasse di paraplegia, non tetraplegia, citando la cartella clinica dove venivano segnalati movimenti degli arti superiori.

Inoltre, secondo la ricostruzione difensiva, la paziente potrebbe aver contratto il virus prima del ricovero, dato che inizialmente risultava negativa ai tamponi e non si segnalavano focolai covid in reparto. Il decesso è avvenuto il 10 gennaio 2021, dopo un progressivo peggioramento iniziato il 28 dicembre 2020, quando comparvero i primi sintomi respiratori.

I tamponi positivi sono arrivati solo il 4 gennaio. Il giudice ha ritenuto troppo incerto il nesso causale tra l’incidente e la morte per giustificare una condanna in sede penale. L'investitore, un 62enne eporediese, è stato assolto. Nonostante questo, la famiglia della vittima è stata comunque risarcita integralmente.