Un detenuto italiano ventiquattrenne, l'altro pomeriggio, si è arrampicato per protesta sul muro del cortile all'interno del carcere di Ivrea, chiedendo di essere trasferito in un altro istituto di pena. Il giovane aveva con sé una lametta, con la quale si è procurato dei tagli ad un braccio, e lenzuola con le quali ha minacciato di impiccarsi. Solo dopo una lunga trattativa con il personale della polizia penitenziaria, il 24enne ha desistito. A darne notizia è il segretario generale dell'Osapp, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Leo Beneduci. La trattativa tra il 24enne e gli agenti è durata oltre due ore.
«Peccato che non facciano notizia simili situazioni di difficile gestione come quella che ha permesso di far desistere e salvare la vita ad un detenuto ristretto nelle carceri italiane - dice Beneduci - il grande rammarico è che tali notizie non destino interesse nelle sedicenti associazioni a favore dei ristretti. In caso contrario invece di sospensioni ingiustificate dal servizio e procedimenti disciplinari, i poliziotti penitenziari meriterebbero almeno l'elogio dell'amministrazione che sempre più distrattamente li gestisce e che li ha lasciati completamenti soli e abbandonati al proprio destino, come quello del carcere di Ivrea che vive un momento difficilissimo se si considera la grave carenza di organico, di mezzi e la folta presenza di detenuti stipati in ogni dove».
IVREA - Detenuto vuole suicidarsi: salvato dai poliziotti del carcere
Ivrea Un detenuto italiano ventiquattrenne si è arrampicato per protesta sul muro del cortile all'interno del carcere di Ivrea