"Crediamo che la drammatica situazione in cui versa il carcere di Ivrea imponga un'attenzione e un intervento al massimo livello” – dichiarano il Segretario regionale di Sinistra Italiana Grimaldi e l’esponente dei Radicali Boni. – “Per questo chiediamo al Ministro Orlando di venire di persona a verificare una situazione che non è allarmistico definire esplosiva. I fatti balzati agli onori delle cronache dei giornali non sono infatti che il pixel di una fotografia ben più complessa e cruda”.
 
Il carcere, che ha come capienza 192 posti regolamentari, è evidentemente sovraffollato: 244 detenuti di cui 102 stranieri (41,80%). Per quanto riguarda il personale della Casa, delle 220 unità ottimali 183 sono in pianta organica, ma solo 144 sono effettivamente a disposizione della Direttrice.
 
Negli ultimi mesi, all’aumento delle presenze si è sommato l’arrivo di diversi casi di detenuti trasferiti da altri istituti, per lo più a causa di sanzioni disciplinari. Questa delicata situazione si scontra con la carenza di organico e con gli scarsi strumenti che la struttura ha a disposizione. Una gestione meno conflittuale e più promiscua dei detenuti avrebbe bisogno di aree comuni e, da subito, di un impianto di videosorveglianza che consentirebbe agli agenti un minor carico di lavoro (costerebbe solo 40mila euro).
 
A gennaio gli operatori sanitari e del Sert dissero alla delegazione che dei 244 detenuti ben 240 facevano uso di psicofarmaci, dai semplici analgesici a terapie più importanti. Mentre una guardia medica è presente h 24, per contro lo psicologo è attivo solo 24 ore al mese e lo psichiatra 2 ore a settimana. Vi sono inoltre 64 tossicodipendenti, tutti in terapia di mantenimento (a lievi dosi scalari). Inoltre, vi è una sostanziale assenza di attività ricreative, di studio o lavorative (solo 80 detenuti hanno la possibilità di svolgere un lavoro). Chiaramente tutto ciò richiederebbe ben altro investimento da parte delle istituzioni locali e del Governo.
 
«Il carcere di Ivrea continua a distinguersi per episodi di violenza e disagio. Una situazione non più sostenibile, Regione Piemonte e Ministero della Giustizia non possono far finta di nulla. Occorre intervenire subito per ripristinare le minime condizioni di sicurezza ed agibilità. Dopo un sopralluogo conseguente a gravi fatti di cronaca abbiamo denunciato più volte la difficile situazione all'interno della struttura - dice Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte - pretendiamo massima attenzione e chiarezza su quanto avviene all'interno dell'istituto, per garantire l'incolumità di chi è costretto a scontare una pena detentiva e di chi in carcere intende svolgere correttamente il proprio lavoro».