In data 20 maggio 2017 alle ore 19,30 circa un detenuto di nazionalità marocchina di 20 anni, appellante per ricettazione ed altro, ha appiccato il fuoco al materasso della camera detentiva usando il fornellino in dotazione. La seconda sezione semiprotetta è stata invasa dal fumo e l’Agente di servizio, da solo, ha salvato il detenuto che si era rinchiuso nel bagno dove si trovava semi-svenuto.
In data 21 Maggio 2017, alle ore 11,00 circa un detenuto italiano, classe 1969, giudicabile per rapina ed altro, ha sferrato un violento pugno all’Agente di servizio alla sezione primo piano per motivi non noti ed in aiuto dell’Agente, sono occorsi gli altri detenuti. Sempre nella stessa giornata, alle 13,15 circa, un detenuto extracomunitario ha tentato di suicidarsi con un cappio rudimentale ricavato da un lenzuolo legato alla grata della finestra della camera di pernottamento. Prontamente interveniva l’esiguo personale di servizio traendo in salvo il detenuto, riuscendo a slegare il lenzuolo dopo averlo sollevato di peso.
A denunciare l’episodio è l’O.S.A.P.P. - (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci: “Sempre più evidente è l’incapacità degli enti dell’amministrazione penitenziaria, a partire dai vertici romani, di provvedere ad una gestione oculata, trasparente ed economicamente produttiva delle carceri italiane in cui soprattutto le normali attività non si svolgano se non al quotidiano prezzo del danno all’incolumità personale degli Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio negli Istituti di pena. Se, esistesse infatti, in Italia una politica degna di tale nome dovrebbe domandarsi come mai, diminuita negli ultimi tre anni del 25% la popolazione detenuta grazie a tre leggi “svuota carceri”, si siano duplicati reati, danneggiamenti risse ed aggressioni e siano tutt’altro che diminuiti i suicidi tra i reclusi, tra l’altro, con un aggravio di spese ed un incremento dei rischi a carico della collettività che solo gli “sciocchi” possono oramai fingere di ignorare".
“Per l’istituto di Ivrea – conclude Beneduci – è innegabile l’esigenza di verificare, da subito, la gravissima situazione riferita all’organico di Polizia Penitenziaria, pena la certezza di ulteriori e più gravi danni oltre che per i poliziotti penitenziari per tutti i cittadini italiani. L’avvicendamento degli attuali vertici sarebbe il primo passo per iniziare un serio cammino di riforme nell’amministrazione penitenziaria”.