Galleria fotografica

CANAVESE - Il Canavese guarda con preoccupazione alle nuove tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. Le ripercussioni rischiano di essere pesanti per un territorio che vive anche di export: dalla metalmeccanica alla componentistica per veicoli, fino al vino e al farmaceutico. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato chiave: l’introduzione dei dazi rischia di far lievitare i costi per quasi 90 milioni, frenando gli scambi e creando un effetto a catena sulle aziende locali. In diversi settori, tra l'altro, gli ordini sono fermi da settimane: molti clienti statunitensi hanno sospeso le commesse, aspettando chiarezza. Le associazioni di categoria restano caute: l’export verso gli Usa, dal Canavese, pesa tra il 3% e il 5% del Pil locale.

Nel mirino delle tariffe rientra anche la componentistica auto, voce importante per l’industria locale con migliaia di addetti. Metalmeccanici che sono pronti a nuovi scioperi dato che, oltre ai problemi con i dazi, è ferma anche la partita del nuovo contratto di lavoro. «Nonostante la buona riuscita dello sciopero nazionale unitario dei metalmeccanici del 28 marzo scorso, la posizione di Federmeccanica e Assistal è rimasta ferma nella assoluta indisponibilità a riprendere il confronto, superati ormai gli otto mesi dalla scadenza del contratto», spiegano Ferdinando Uiliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, segretari generali di Fim, Fiom e Uilm.

«La decisione di Federmeccanica e Assistal di impedire la ripartenza della trattativa attraverso la conferma della loro "contropiattaforma" è una scelta inaccettabile, perché di fatto azzera le richieste salariali e normative. Il comportamento di Federmeccanica e Assistal mina le relazioni industriali e sindacali, e questo avrà dirette conseguenze a tutti i livelli». C'è poi la partita dazi: i sindacati vedono nero. «I recenti dazi Usa e il complesso contesto economico e industriale del Paese rendono sempre più urgente l’assunzione di responsabilità da parte di Federmeccanica e Assistal per riprendere il negoziato e rimettere al centro il ruolo della contrattazione».

Fim, Fiom e Uilm hanno annunciato almeno otto ore di sciopero nazionale da organizzare in tutti i territori con la massima estensione, articolazione ed efficacia nei confronti delle aziende e rafforzando il blocco degli straordinari e delle flessibilità.