Questa mattina al liceo Gramsci di Ivrea è ripreso il processo per le morti d'amianto negli stabilimenti Olivetti del Canavese. Imputati diciassette ex dirigenti e amministratori dell'azienda: tra questi Carlo e Franco De Benedetti, l'ex ministro Corrado Passera e Roberto Colaninno, quest'ultimo accusato solo di lesioni. L'udienza di questa mattina ha visto testimoniare, chiamati dall'accusa, due ex impiegati che hanno contratto il mesotelioma pleurico e una dirigente dello Spresal dell'Asl To4 di Ivrea che ha prodotto le analisi sulla presenza dell'amianto negli stabilimenti.
 
Particolarmente significativa la testimonianza resa da Luigia Perello , 68 anni, che ha scoperto nel 2011 di essere malata di mesotelioma. «Ho sentito una fitta che mi ha tolto il respiro. Non riuscivo più a muovermi». Poi gli accertamenti clinici hanno scoperto la grave malattia. Sia la Perello che Pierangelo Bovio Ferassa, altro testimone sentito in aula, hanno confermato che già in passato si parlava di amianto negli stabilimenti. Tuttavia nessuno ha mai avvertito i lavoratori della pericolosità della situazione. «Quando facevamo le copie c'erano dei rulli che erano pieni di polvere bianca».
 
Nel corso dell'udienza i legali di Telecom Italia hanno fatto sapere che l'azienda ha raggiunto una soluzione conciliativa con quattro famiglie delle vittime. «La società è stata coinvolta come responsabile civile per fatti antecedenti all'ingresso di Olivetti nel gruppo - ha detto il legale - l'accordo è un segno tangibile di solidarietà nei confronti delle persone coinvolte e dei loro famigliari».