Galleria fotografica

FORNO CANAVESE - In fuga da una guerra civile che gli ha strappato via tutta la sua famiglia, quando non era ancora maggiorenne. In tasca mille paure, poche certezze e niente altro, se non i sogni che hanno tutti gli adolescenti del mondo. Fino all’arrivo in Italia, dove ha trovato, proprio qui in Canavese, una nuova «casa» e, si spera, una vita finalmente felice. E’ la storia di Olivier Cedrick Epesse Epesse, 20enne originario del Camerun.

«Un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo!» diceva Lao Tzu. Quali motivazioni ti hanno portato a lasciare il tuo paese natio? «In realtà non avevo mai pensato di lasciare il mio Paese prima che la guerra bussasse alla mia porta il 28 marzo 2022. Mi piaceva vivere in Camerun, studiare e stare con la mia famiglia ma quel giorno un gruppo di terroristi ha bruciato la mia casa e, probabilmente, ucciso la mia famiglia. Io non avevo più un posto sicuro in cui stare» racconta Olivier Cedrick.

Film come «Io, capitano» e il più recente «Non dirmi che hai paura» ci hanno insegnato il coraggio che ci vuole per intraprendere quel viaggio che tu e tanti altri avete fatto, a rischio anche della vita, tra mille pericoli e situazioni difficili. Ci puoi raccontare qualcosa del tuo arrivo in Italia? «Il viaggio è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto nella mia vita: non per la fatica, per la paura, per le violenze che ho dovuto subire o vedere, ma perché ho avuto il dolore più grande che abbia mai provato, quando, dopo tre giorni di cammino nel deserto, ho dovuto guardare la mia sorellina morire».

Come ti trovi ora a Forno e in Canavese? «Ambientarsi a Forno non è stato semplice: faceva molto freddo, non conoscevo nessuno e non parlavo una sola parola di italiano – aggiunge il 20enne camerunense - Ma ho incontrato tante persone buone che mi hanno aiutato a capire che è importante studiare la lingua e mi hanno fatto sentire integrato. Oggi grazie alla scuola e al calcio conosco diverse persone che sono diventate mie amiche e che mi fanno sentire bene anche così lontano da casa».

Tra le tue passioni, sappiamo, che c’è proprio il calcio. Ti piacerebbe fare il calciatore? Da «grande» chi sarà Oliver Cedrick Epesse Epesse? «Fare il calciatore è il mio più grande sogno e l’unica cosa di me che non è cambiata da quando ero in Camerun. Non sarà facile ma io non intendo rinunciare e continuerò ad impegnarmi per raggiungere il mio obbiettivo. Da grande voglio essere solo un ragazzo normale, che studia e lavora senza la paura di perdere tutto da un momento all’altro».

Cosa ti preoccupa per il futuro invece? «La mia paura per il futuro è di non saper fare le scelte giuste, di sbagliare qualcosa anche senza volerlo oggi che non ho più i miei genitori vicino a me e non riuscire a costruirmi un futuro».

A ottobre 2024 il governo Meloni ha approvato un decreto-legge che aggiorna l’elenco dei Paesi di origine sicuri. Tra questi sono stati eliminati proprio Nigeria, Camerun e Colombia. Cosa potrebbe comportare per te questo? «La scelta del Governo potrebbe cambiare tante cose perché potrebbero decidere di rimpatriarmi ma io non ho più una casa a cui tornare e, dove prima vivevo con la mia famiglia, ci sono solo morte e distruzione, a causa della guerra civile. Per questo per me è fondamentale prendere la licenza media e trovare un lavoro il prima possibile. Per la prima ci arriverò presto grazie all’impegno messo nello studio, per la seconda posso solo sperare che qualcuno mi aiuti».