RIVAROLO CANAVESE - L'undici aprile 2021, purtroppo, sarà una di quelle date destinate a rimanere nella storia di Rivarolo. Perchè un dramma così, assurdo quanto inspiegabile, la città non l'aveva vissuto mai. L'undici aprile resterà il giorno della strage di corso Italia. La notte in cui i carabinieri hanno scoperto quattro corpi senza vita in un alloggio vicino al centro. La notte in cui l'autore della strage, Renzo Tarabella, 83 anni, ha tentato di togliersi la vita per completare un tragico disegno che, nelle ore precedenti, aveva visto cadere sotto i colpi di quella pistola la moglie Maria Grazia Valovatto, il figlio disabile Wilson e i vicini di casa, Osvaldo Dighera e Liliana Heideimpergher.

Sarà forse il processo, atteso nel 2022, a chiarire le cause della strage. A far luce sulle motivazioni che hanno spinto il pensionato a premere ripetutamente il grilletto. Alla città l'amaro compito di convivere con il vuoto che Tarabella ha lasciato. Per la sua famiglia, ovvio, ma anche per i coniugi Dighera, i vicini di casa che tanto l'avevano aiutato e che, alla fine, hanno pagato con la vita.

Osvaldo, 74 anni, aveva lavorato per anni alla Salp. La moglie Liliana, 70, aveva visto crescere generazioni di rivarolesi nel suo ruolo, sempre apprezzato, di maestra delle elementari. Accusato di omicidio volontario premeditato, Tarabella è ancora detenuto nel repartino dell'ospedale Molinette di Torino. Qualunque sarà l'esito del processo, nulla potrà cancellare quel vuoto che la città, da allora, si porta dentro.