CUORGNE' - Non smetteremo mai di sottolineare quanto il personale sanitario, specie nell'ultimo biennio, ha giocato un ruolo chiave nella sopravvivenza stessa del nostro territorio. Non è una frase fatta: quando si affronta un'emergenza sanitaria come quella del covid, che al netto dei sintomi della stessa malattia, rischia di mandare al collasso l'intero sistema, va dato merito a chi, quel sistema, è riuscito a mantenerlo in piedi tra mille difficoltà. Purtroppo non tutto è filato liscio e il Canavese occidentale, fin qui, ha dovuto sacrificare la propria struttura di riferimento sull'altare del coronavirus. E, in particolare, uno dei reparti che maggiormente rendono la sanità territoriale «presente» al servizio della cittadinanza: il pronto soccorso.
Quello di Cuorgnè è ormai chiuso da 14 mesi. Oltre un anno di emergenze spostate altrove, di corse in ambulanza verso Ciriè, Ivrea o Chivasso. Di disservizi enormi quando c'è di mezzo la salute. Il reparto è stato chiuso nel novembre 2020 per far fronte all'emergenza covid. Da allora non ha più riaperto. Anche quando i ricoveri per la pandemia si sono ridotti a zero, visto che il personale è evaporato. Prima è stato dirottato altrove, poi non ne è rimasta traccia (secondo l'Asl To4) per riaprire il pronto soccorso a Cuorgnè. Le ricerche di personale, purtroppo, non hanno dato esito positivo. Evidentemente lavorare in un ospedale di provincia non ha alcun appeal.
I più ottimisti hanno indicato in febbraio 2022 la data utile per la riapertura del reparto. Ma attenzione: nel frattempo sono tornati a crescere i ricoveri covid e una parte dell'ospedale di Cuorgnè è già stata riadattata per i pazienti alle prese con il virus. Certezze, insomma, non ce ne sono. Il 2021 è stato comunque un anno da dimenticare per l'ospedale di riferimento dell'alto Canavese, privato e tempo indeterminato del suo pronto soccorso. Speriamo davvero che il 2022 possa portare buone notizie. Così come il 2022 dovrà essere l'anno buono per scegliere la location del nuovo ospedale del Canavese: Ivrea o Pavone? Una scelta che la Regione prenderà in primavera e che, in un modo o nell'altro, cambierà il destino del territorio.