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CUORGNE’ - Decine di palloncini bianchi e azzurri come i colori sociali del Napoli, la sua squadra del cuore, che si perdono trale nuvole del cielo. Nell'aria le note di quella musica rap che adorava. Prima e dopo l'applauso scrosciante di una folla commossa. Sono le ultime struggenti istantanee con cui un’intera comunità ha detto addio ad un giovane dal sorriso contagioso, strappato troppo presto all’affetto e amore di amici e famiglia. Una tragedia che ha scosso tutto il nostro territorio.

Questo pomeriggio, 17 agosto 2021, il sagrato della chiesa parrocchiale San Dalmazzo di Cuorgnè si è gremito di persone. Amici, parenti, conoscenti, ex compagni di scuola: uniti in un’ideale abbraccio per accompagnare nel suo ultimo viaggio terreno Lorenzo Maio. I loro volti sono coperti dalle mascherine anti Covid-19, ma a parlare sono i loro occhi che trattengono a stento le lacrime quando incrociano quelli dei familiari del ragazzo straziati da un dolore enorme. Conosciuto e ben voluto da tutti in paese, Lorenzo è morto per shock anafilattico provocato dalla parziale ingestione di un crostaceo, durante un catering a Rivara. Maio era allergico: ha sputato il boccone ma non è bastato. Ricoverato in ospedale dopo diversi giorni di agonia il suo cuore ha smesso di battere.

Nella sua toccante omelia il diacono Roberto Perotti ha citato un brano del vangelo di Luca: «In queste parole c’è la paura, lo smarrimento, l’angoscia delle due donne per la perdita del loro maestro e amico, e il dolore nato dal vuoto che ha lasciato. E’ l’esatta copia della foto che potremmo fare oggi in questa chiesa. Siamo scioccati, con un grande vuoto dentro  che ci ha  fatto sentire impotenti di fronte all’imprevedibilità della vita. Abbiamo pregato, sperato e atteso il tocco di una mano potente che riportasse in vita Lorenzo. Nulla di tutto questo si è avverato. In questi tristi giorni che stiamo vivendo dobbiamo però avere il coraggio di sentire le parole del Signore e ricordare i due regali che abbiamo ricevuto noi e Lorenzo:  una vita nuova e una vita eterna. Ecco il vero motivo della gioia nel battesimo, del motivo per il quale il dolore di questi giorni non si deve trasformare in disperazione. Abbiamo ricevuto una vita nuova ed eterna che non muore, che assume nuove modalità e che entra a fare parte del Amore del Padre Eterno. I nostri ragazzi crescendo ci mettono quotidianamente alla prova e talvolta in modo irritante ci provocano. Lorenzo non era da meno, era un  animo  ribelle. Con  questo spirito di ribellione  e provocazione ancora presente, sembra ancora dirci: perché mi cercate qui in questa bara, in questo corpo esamine, non sono più li! Sono nel sorriso dei miei amici, nel vento che agita i rami, nello sguardo arrabbiato e ostinato di un ragazzo che si trasforma in uomo sbattendo la porta di casa, nell’abbraccio che darete ai miei genitori. C’ e un tesoro che dobbiamo riscoprire per sopravvivere. La Chiesa ce lo offre nell’eucarestia. Lì nascosto in un piccolo pezzo di pane possiamo trovare l’amore, la consolazione e la forza che solo Cristo ci può dare per andare oltre al nostro dolore e vedere negli occhi di chi ci sta accanto gli occhi delle persone  che abbiamo amato  e che ora non ci sono più. Ora lasciamolo volare. Gli spiriti liberi come Lorenzo hanno bisogno di cieli immensi e spazi infiniti per vivere ancora».

Il funerale è stato celebrato da don Ilario Rege Gianas. Lorenzo ha lasciato la mamma Monica, il papà Salvatore (titolare di un bar di Cuorgnè e molto noto in città), la sorella Alessia, i nonni e gli zii Antonio e Sabrina.